Dopo avere incassato ieri mattina la fiducia con 211 sì e 117 voti contrari, in tarda serata l’Aula della Camera, con 204 voti a favore 110 contrari e 6 astenuti ha approvato il Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2025 e bilancio pluriennale per il triennio 2025-2027. La manovra arriverà lunedì a Palazzo Madama blindata per una rapida seconda lettura, con l’approvazione definitiva prevista per il 28 dicembre. Il testo contiene misure per 30 miliardi, di cui metà destinate a interventi strutturali, dovrebbe portare al voto già domani sera, con le dichiarazioni di voto e il voto finale. Tra le misure più discusse, emergono tagli e riforme significative. Tra le novità dell’ultima ora c’è l’addio alle agevolazioni per le caldaie a gas, con la sostituzione del sistema ecobonus, che scenderà al 50% o al 36% a seconda del tipo di intervento. Inoltre, la grande misura che ha caratterizzato la scorsa legislatura, il Superbonus, è ormai in fase di esaurimento. Ma non finisce qui. L’esecutivo ha deciso di destinare 6 milioni per organizzare la conferenza internazionale per Kiev, mentre 5 milioni all’anno verranno stanziati per la salvaguardia di Venezia, città da anni in pericolo per il cambiamento climatico e l’erosione delle sue fondamenta. Un altro capitolo importante riguarda i diritti dei disabili. Arriva un fondo di 1,5 milioni per supportare iniziative a favore delle persone con disabilità, una delle tante misure a favore delle categorie più vulnerabili, che includono anche il sostegno alle famiglie e l’incremento dei fondi per la scuola e il lavoro. Uno degli ambiti più complessi è quello relativo alla previdenza. Sebbene il governo abbia ripetutamente sottolineato che una riforma complessiva delle pensioni arriverà più avanti nella legislatura, il testo della legge di bilancio contiene alcuni correttivi limitati. Un aumento di 3 euro per le pensioni minime, che passano da 614,7 a 617,9 euro mensili, ha suscitato diverse polemiche. Forza Italia, in particolare, ha provato a spingere per un incremento a 620 euro, ma non sono stati trovati i fondi necessari. La Lega, invece, ha ottenuto l’approvazione di un emendamento che consente di cumulare la previdenza obbligatoria con quella complementare, con l’obiettivo di raggiungere un assegno pensionistico pari a tre volte il minimo, permettendo così un’uscita anticipata a 64 anni. Il cosiddetto bonus Maroni, che consente ai lavoratori di rinunciare all’accredito dei contributi per trasformarli in un bonus esentasse, è stato confermato. Tuttavia, sfuma definitivamente la possibilità di introdurre un nuovo semestre di silenzio-assenso per il trasferimento del Tfr alla previdenza complementare, una misura che avrebbe dovuto dare maggiore flessibilità ai lavoratori. Sul fronte del sostegno alle famiglie, il governo ha previsto vari incentivi. Arriva un fondo per il sostegno delle attività extra-scolastiche per i giovani tra i 6 e i 14 anni provenienti da famiglie con un Isee sotto i 15mila euro. Inoltre, è stato istituito un fondo per la valorizzazione della funzione degli oratori e un altro per le attività educative, che riceveranno 10,5 milioni nei prossimi tre anni. Per le imprese, la legge di bilancio prevede una serie di agevolazioni, tra cui una riduzione dell’Ires per le aziende che reinvestono almeno il 30% degli utili nel 2024. Inoltre, un fondo di 70 milioni è stato destinato alla partecipazione dei lavoratori nella gestione e negli utili delle imprese. Le Pmi potranno inoltre beneficiare di un fondo di garanzia per l’accesso al credito. Non mancano gli investimenti per il settore delle infrastrutture. Un miliardo in più verrà destinato alla Tav Torino-Lione e altri 200 milioni alla ferrovia Sibari-Catanzaro. Il Ponte sullo Stretto, uno degli argomenti più controversi della politica italiana, vedrà un aumento dei fondi stanziati, sebbene ridotti rispetto alle previsioni iniziali: 1,4 miliardi contro i 3 miliardi inizialmente previsti. La legge di bilancio prevede anche altri investimenti in grandi opere, come la diga di Campolattaro, e un aumento del fondo per il trasporto pubblico locale.