Sulla sentenza Open Arms “mi pare un fatto che l’oggetto del processo a Salvini fossero le sue scelte politiche piuttosto che effettivi reati e che la giurisdizione sia stata usata per condizionare la politica” ma “oggi sia io che Salvini siamo contenti dell’ottimo lavoro che sta facendo il ministro dell’Interno Piantedosi”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al termine del vertice Nord-Sud a Saariselka, nella Lapponia finlandese, ha risposto a una domanda sulla possibilità che il vicepremier leghista possa tornare al Viminale. “Ho convocato una riunione sul tema dell’Albania per capire come procedere”, ha aggiunto il presidente del Consiglio nelle dichiarazioni finali alla stampa al termine del vertice ‘Nord-Sud’ in Finlandia annuncia che lunedì farà il punto. “Mi pare che la Cassazione abbia sostanzialmente dato ragione al governo italiano sul fatto che è diritto dei governi stabilire quale sia la lista dei Paesi sicuri, mentre i giudici possono entrare nel singolo caso rispetto al paese sicuro ma non disapplicare in toto” la normativa interna, ha sottolineato Meloni.
A Palazzo Chigi ci saranno anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani (in collegamento dal Kosovo), il sottosegretario Alfredo Mantovano, i ministri di Interno, Difesa ed Affari europei, Matteo Piantedosi, Guido Crosetto e Tommaso Foti. Piantedosi relazionerà sugli arrivi via mare, quest’anno in netto calo: 65mila contro i 153mila del 2023.
Si farà il punto – anche alla luce dell’ultima pronuncia degli ermellini – sulle condizioni per riattivare il progetto Albania all’inizio del prossimo anno, dopo la falsa partenza. I giudici hanno infatti finora bocciato i trattenimenti nei centri albanesi dei richiedenti asilo. Per superare l’ostacolo il governo – con un emendamento inserito nel decreto flussi – ha trasferito la competenza delle decisioni sui trattenimenti dai magistrati delle sezioni immigrazione alle Corti d’appello. Con la speranza di avere decisioni favorevoli. La misura diventa operativa 30 giorni dopo l’entrata in vigore della legge, cioè il prossimo 11 gennaio. Da quel momento, dunque – è la linea che potrebbe emergere dalla riunione di domani – la Libra potrà tornare a portare migranti verso il porto di Shengjin. Su Trump e sull’ipotesi di innalzare al 5% del Pil il contributo dei paesi alla Nato “non dobbiamo seguire i rumors” e “aspetterei di capire esattamente quale sia la vera volontà del nuovo presidente degli Stati Uniti”. Così la presidente del consiglio, Giorgia Meloni. Ho sentito per esempio l’ultima cosa che ha detto sull’Ucraina, e cioè che stiamo lavorando per la pace ma non possiamo avere la pace abbandonando l’Ucraina, che è all’incirca quello che io ho detto per anni”, ha osservato Meloni, aggiungendo che in ogni caso sul contributo alla Nato “dobbiamo fare di più”, ma “molto dipende dagli strumenti che riusciremo a mettere sul tavolo”. “Riguardo alla minaccia russa – ha avvertito Meloni – dobbiamo capire che è molto più grande di quanto immaginiamo: riguarda le nostre democrazie, l’influenza sulla nostra opinione pubblica, quanto sta accadendo in Africa, la strumentalizzazione dell’immigrazione. Dobbiamo sapere che si tratta di un’idea molto ampia di sicurezza e che non riguarda solo quanto accade sul campo di guerra in Ucraina”.