domenica, Dicembre 29, 2024

Il futuro del porto di Anzio: parla Renato Marconi

Il porto di Anzio è stato un tema centrale ed ampiamente discusso durante l’ultima campagna elettorale per le amministrative che ha portato allo scranno di primo cittadino Aurelio Lo Fazio.
Un tema che è tornato al centro del dibattito in questi giorni a seguito della notizia di 8 piccole barche da diporto affondate tra le banchine della ex capo d’Anzio, società in liquidazione giudiziale a causa dei bilanci pesantemente in negativo. Ad intervenire è l’ingegnere Renato Marconi amministratore unico di Marinedi Group.
In campagna elettorale si è dibattuto a lungo sulle prospettive del porto di Anzio tra pubblico e privato. Secondo lei ci può essere un punto di incontro tra le due visioni?
“Noi guardiamo con grande interesse e fiducia alla nuova amministrazione di Anzio – risponde Marconi – perché è formata da persone preparate sia politicamente sia su tutto l’iter sconvolgente della Capo d’Anzio Spa. Noi, come abbiamo sempre detto, siamo disponibili a riprendere un contatto proficuo con la nuova amministrazione certi di poter raggiungere i risultati che tutta la cittadinanza di Anzio attende. Nulla è perduto dal punto di vista della potenzialità del territorio, ma bisogna avere un orizzonte chiaro e un obiettivo preciso, altrimenti non si riuscirebbe a ricostruire quanto è andato perso in questi anni”.
Ha già avuto occasione di sentire il nuovo sindaco di Anzio?
“Sì. Ho fatto gli auguri ad Aurelio Lo Fazio – continua Marconi – naturalmente le decisioni che dovrà prendere sul porto sono di natura politica, quindi dovrà decidere in accordo con tutta la sua amministrazione che è composta di persone coscienti. Questo mi rende ottimista”.
Il progetto è stato definito “faraonico”, quindi come può essere migliorato e attuato secondo le esigenze odierne del mercato diportistico?
“L’ultima versione, quella del 2013, era un progetto suddiviso per fasi, quindi poteva essere sviluppato progressivamente. Sicuramente la prima fase che venne realizzata e la seconda che rimane su carta sono in linea con le attuali esigenze del mercato. Forse la terza fase, a cui si può riferire la definizione di “faraonica”, è parsa anche a noi ‘audace’ e di difficile realizzazione sia per ampiezza e importanza sia per l’incertezza di un ritorno economico. La terza fase può essere realizzata anche in un momento successivo quando ci saranno condizioni più favorevoli, ma intanto si lavori su progetti concretizzabili che diano lustro ad Anzio”.
È sicuro che i cittadini di Anzio vogliano un porto così come è stato pensato?
“Un porto ben gestito è la fortuna di una località. Anzio è una città di quasi 60mila abitanti che nella sua storia si è sviluppata intorno all’economia del mare. Un porto efficiente, che ci accingevamo a costruire come soci della società Capo d’Anzio, dà un contributo positivo diventando, senza alcun dubbio, un luogo di incontro. Il porto turistico di Anzio è di per sé aperto e gli accessi non saranno mai limitati ai cittadini, neanche in futuro. Ci sono esercizi commerciali, strade, passeggiate: è un porto strettamente connesso alla città. In questo senso non ci deve essere alcun timone che un porto turistico che funziona venga sottratto alla vivibilità della città, anzi diventerà un punto di attrazione come una piazza sul mare”.
La Regione Lazio ha stanziato 600mila euro per la messa in sicurezza del Porto, basteranno?
“Il porto di Anzio non è solo turistico, è un bacino per i pescherecci, un’infrastruttura commerciale e un approdo per il trasporto di passeggeri verso le isole pontine.  Quindi Anzio ha una sua importanza peculiare per tutto il Lazio. La Regione fa molto bene ad investire sulla messa in sicurezza del porto che comporta una fruibilità maggiore del traffico marittimo.
Sono 20 anni che sono personalmente impegnato per questa opera – conclude Marconi – credo fortemente nella sua realizzazione e sono convinto che quello di Anzio sia uno dei porti più interessanti nell’attuale panorama italiano. Vedere il porto in queste condizioni fa male al cuore, ma tuttora ci sono le condizioni per recuperare. Noi siamo a disposizione dell’amministrazione”.

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