Come la maggioranza dei cervetrani sanno la via che attraversa la città di Agylla, (nota come via della Palma) è sempre stata una delle passeggiate pomeridiane privilegiate dagli autoctoni. Una specie di Fernet Branca, soprattutto nei fine settimana e durante i bagordi delle Festività comandate. Nulla disturbava la vista, se non il fischio del merlo ed il suo sfrattonare tra i rami degli intensi frattoni di more e di edera. Pochi latrati dietro si cancelli, il belare di agnelli alla ricerca delle gonfie zinne delle pecore. Da pochi mesi: i rumori di seghe elettriche, ma soprattutto la visione di discariche di piastrelle, plastica, corugati, fili elettrici cartellonistica varia, ed in aggiunta di antiche mura lasciate cadere dopo quantomeno due secoli dal loro innalzamento hanno reso “devastante “ questa passeggiata. Le foto mostrano un tratto breve di questa che era un poco i Parioli di Agylla. I tanti sacchi neri sbatacchiati dopo aver abbattuto il vecchio muro sono state da me denunciate il 9 Settembre. Prontamente i vigili urbani hanno, il giorno 11 dello stesso mese ,segnalato area con striscia bianco/rossa. Da allora sono stati riempiti i sacchi e lì sono rimasti. Gli altri sacchi sono più recenti: quello all’ incrocio con l’altra arteria etrusca che dal tempio del Manganello conduceva alla via della Palma è di due giorni fa. Le altre di tre settimane. Questo a dimostrazione che l’esempio è contagioso: in positivo ma soprattutto in negativo. Si deve intervenire prontamente e definitivamente. A meno che non si voglia che i Parioli di Agylla diventino la Malagrotta cervetrana.