I genitori di Cecilia Sala reclusa in Iran chiedono il silenzio stampa per evitare di complicare l’evoluzione della vicenda. “La fase a cui siamo arrivati – si legge nel messaggio – è molto delicata e la sensazione è che il grande dibattito mediatico su ciò che si può o si dovrebbe fare rischi di allungare i tempi e di rendere più complicata e lontana una soluzione. Per questo abbiamo deciso di astenerci da commenti e dichiarazioni e ci appelliamo agli organi di informazione chiedendo il silenzio stampa. Saremo grati per il senso di responsabilità che ognuno vorrà mostrare nell’evitare di divulgare notizie sensibili e delicate”. Confronti e scambi di informazioni, a più livelli, sono avvenuti anche nella giornata di ieri, quando a Palazzo Chigi si è riunito un vertice di governo sul caso della reporter italiana. Nei giorni scorsi Teheran aveva proposto uno scambio di prigionieri con Cecilia Sala, chiedendo il rientro nel proprio Paese di Mohammad Abedini, il 38enne ingegnere iraniano arrestato a Malpensa, sul quale pendeva un mandato internazionale di cattura diramato dagli Usa. La corte d’appello di Milano ha fissato per il prossimo 15 gennaio l’udienza per discutere la richiesta dei domiciliari avanzata dalla difesa di Abedini, bloccato in Italia il 16 dicembre scorso. L’istanza ha il parere negativo della Procura generale di Milano. “Pregherò per lei e per me”, ha detto al suo avvocato, Alfredo De Francesco, Abedini durante il colloquio in carcere di stamani in cui si è parlato anche di Cecilia Sala. L’ingegnere iraniano, che ha ribadito la preoccupazione per la propria famiglia, ha chiesto infatti informazioni anche sulla sulla vicenda della giornalista in carcere in Iran. L’ambasciatrice italiana in Iran, Paola Amadei, è stata ricevuta, secondo quanto si apprende, al ministero degli Esteri di Teheran sul caso di Cecilia Sala. È in corso un’interlocuzione tra il governo italiano e le autorità statunitensi sulla vicenda, si apprende da fonti informate.Elisabetta Vernoni, madre di Cecilia Sala, la cittadina italiana arrestata e detenuta in Iran, al termine dell’incontro a Palazzo Chigi con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato ai reporter del Tg4. “Questo incontro con Giorgia Meloni mi ha aiutato: ci siamo guardate negli occhi, anche tra mamme. La fiducia è tanta, sicuramente stanno lavorando e io sono un po’ come Cecilia, sono un po’ un soldato, aspetto e rispetto il lavoro che stanno facendo. Quello che potrò fare da parte mia lo farò, sicuramente loro stanno facendo il loro”, ha detto la Vernoni.
“Soddisfatta, questo volevo e questo ho avuto dalla premier” “Giorgia Meloni ha fatto un salto di qualità dalle rassicurazioni comprensibili che ricevo sempre. È stata più precisa e più puntuale ed è questo che io volevo e questo ho avuto”. Lo ha detto Elisabetta Vernoni lasciando Palazzo Chigi dopo l’incontro con il presidente del Consiglio. A chi le domandava se fosse soddisfatta dell’incontro, ha risposto: “Ovviamente sì, nel senso che in questo momento, è ovvio che i miei umori… Ieri è stato un momento di cambio d’umore forte, però assolutamente sì”. La madre di Cecilia Sala faceva riferimento alla telefonata avuta con la figlia nella quale ha raccontato le tremende condizioni in cui è detenuta nel carcere di Evin.
“Mia figlia è una eccellenza italiana” “Cerca di essere un soldato Cecilia, cerco di esserlo io. Però le condizioni carcerarie per una ragazza di 29 anni che non ha compiuto nulla devono essere quelle che non la possano segnare per tutta la vita. Poi, se pensiamo a giorni o altro, io rispetto i tempi che mi diranno, ma le condizioni devono essere quelle di non segnare una ragazza che è solo un’eccellenza italiana, non lo sono solo il vino e i cotechini”, ha detto ancora Elisabetta Vernoni. Sui tempi per il rilascio la madre di Cecilia ha risposto: “Qualche cosa mi hanno detto ma cose molto generiche, su cui adesso certo attendo notizie più precise”. “Il governo conferma l’impegno presso le autorità iraniane per l’immediata liberazione di Cecilia Sala, e, in attesa di essa, per un trattamento rispettoso della dignità umana”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi dopo il vertice urgente convocato sul caso della giornalista italiana detenuta in Iran. Il governo ha parlato anche dell’iraniano arrestato a Malpensa che sembra essere oggetto della trattativa per la liberazione della nostra connazionale. “Per quanto riguarda Mohammad Abedini, che è al momento in stato di detenzione cautelare su richiesta delle autorità degli Stati Uniti, il governo ribadisce che a tutti i detenuti è garantita parità di trattamento nel rispetto delle leggi italiane e delle convenzioni internazionali”.
Al vertice a Palazzo Chigi convocato dal presidente del consiglio, Giorgia Meloni, hanno preso parte il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, e il Consigliere diplomatico del Presidente, Fabrizio Saggio.
Mantovano pronto a riferire al Copasir domani sul caso Sala “Il Sottosegretario Mantovano, in veste di Autorità delegata, venendo incontro alle richieste delle opposizioni, ha dato immediata disponibilità al Presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, Lorenzo Guerini, a riferire al Copasir già venerdì mattina, e quindi per suo tramite al Parlamento”, lo ha comunicato Palazzo Chigi con una nota ufficiale.
Giorgia Meloni incontra la madre di Cecilia Sala e telefona al padre “Nel corso del pomeriggio” il premier Giorgia Meloni “ha avuto un colloquio telefonico con Renato Sala, padre di Cecilia, e ha incontrato a Palazzo Chigi la madre, Elisabetta Vernoni”, si legge nella nota di Palazzo Chigi.