lunedì, Gennaio 6, 2025

Caso pornostar, il 10 gennaio la sentenza per Trump ma per lui nessuna conseguenza

Il giudice di New York, Juan Merchan, ha fissato per il 10 gennaio la sentenza per Donald Trump nel caso della pornostar Stormy Daniels, dieci giorni prima del suo insediamento. Il tycoon era stato condannato a maggio per la falsificazione della contabilità aziendale allo scopo di celare il pagamento nel 2016 di 130mila dollari a Daniels, che minacciava di rivelare i dettagli di una loro passata relazione a sfondo sessuale. Trump rischia fino a quattro anni di carcere, ma è improbabile che venga chiamato a scontare una simile condanna, sia per la sua età che per l’assenza di precedenti penali che per la sua posizione di presidente. Si tratterà comunque del primo caso nella storia degli Stati Uniti di un presidente condannato per reati penali. Merchan ha respinto così l’ennesima istanza di archiviazione che i difensori di Trump avevano presentato sostenendo che il procedimento avrebbe ostacolato la sua capacità di governare. Accantonare il verdetto della giuria, ha scritto, “minerebbe lo stato di diritto in modo incommensurabile”. “Lo status dell’imputato come presidente eletto non richiede l’applicazione drastica e rara dell’autorità del tribunale di accogliere la mozione (di archiviazione)”, ha argomentato.
Inizialmente Trump avrebbe dovuto essere condannato il 26 novembre, ma Merchan aveva posticipato la sentenza a tempo indeterminato dopo la vittoria elettorale di The Donald. Il pm di Manhattan Alvin Bragg si era opposto al colpo di spugna e aveva suggerito diverse opzioni per Merchan, tra cui rinviare la condanna alla fine della presidenza, comminare una sentenza senza galera o chiudere il caso annotando però la decisione della giuria.
In precedenza il giudice aveva respinto un’istanza di archiviazione che gli avvocati del tycoon avevano presentato alla luce della sentenza con cui la Corte suprema ha stabilito l’immunità per le “azioni ufficiali” intraprese dal presidente nell’esercizio delle sue funzioni. Sposando la tesi dell’accusa, Merchan aveva scritto nel suo provvedimento che le prove mostrate al processo riguardano “completamente una condotta non ufficiale” e ha ricordato che la stessa Corte suprema nella sua sentenza riconosce che “non tutto quello che il presidente fa è ufficiale”, neppure se agisce dallo Studio Ovale.
Staff Trump: sentenza è violazione immunità “Una violazione diretta della decisione della Corte Suprema sull’immunità e di altra giurisprudenza di lunga data”. Così il portavoce di Trump, Steven Cheung, ha definito la decisione del giudice di pronunciare la sentenza di condanna di Trump sul caso della pornostar Stormy Daniels. “Questo caso illegale – ha affermato – non avrebbe mai dovuto essere portato avanti e la Costituzione richiede che venga immediatamente archiviato”.

Articoli correlati

Ultimi articoli