Si avvicina sempre di più il derby di prima serata. Domenica l’Olimpico si accenderà per la sfida tra Roma e Lazio. Claudio Ranieri, dopo aver raccolto l’affetto di tremila tifosi a Capodanno insieme a tutta la squadra, si prepara ora a vivere la sua quinta stracittadina da allenatore con il consueto realismo che lo caratterizza. “Il derby per me rappresenta la stracittadina – ha detto in conferenza – è una partita clou, che uno sente ancora di più. La classifica parla chiaro, loro hanno fatto un girone d’andata stratosferico, eccezionale, giocano molto bene, in velocità, con pochi tocchi. Sono una squadra temibilissima, temibilissima… Dall’altra parte il derby è il derby e fa sempre storia a sé”. In dubbio Çelik per la febbre, mentre è recuperato Dovbyk, che sarà al centro dell’attacco, supportato da Dybala e probabilmente da El Shaarawy. Possibile anche il recupero di Cristante, almeno per la panchina. Ranieri si è lasciato anche andare ai suoi ricordi di quand’era solo un giovane tifoso. “Da ragazzo andavo in Curva Sud – ha detto – Tre quarti era romanista, un quarto laziale. Tutti aspettavano Dante, il capotifoso, con lui iniziavano i cori. Ricordo i cori. C’erano gli sfottò, non c’era tutto quello che poi è successo nel corso degli anni”. Il tecnico giallorosso si è soffermato anche sulla situazione di Lorenzo Pellegrini, capitano che sta vivendo un momento difficile, e che nelle ultime gare è rimasto spesso in panchina. Non una scelta tecnica, assicura Ranieri, bensì solo “una considerazione psicologica”. “Tecnicamente, come dico sempre, è uno dei migliori centrocampisti in Europa. Sono pochi i centrocampisti che fanno gol e chi li ha dovrebbe tenerseli stretti. Lui soffre questo fatto dei tifosi. Io – prosegue Ranieri – devo tener presente se un giocatore se ne fa carico o se gli scivolano via. Lui si carica tutti i problemi, è questo il suo peccato. Dovrebbe giocare con naturalezza, come era abituato a fare. Solo così può tornare il giocatore che è. Si porta dei macigni dietro. Se fa mezzo errore lui, viene caricato di negatività e responsabilità. Se lo fa il beniamino del pubblico, non succede niente. Devo tener presente questo. Il giorno che lo vedrò sereno, lo metterò in campo. Come non ho avuto problemi a metterlo a San Siro, dove stava per fare gol. È quello che dico – aggiunge – lui ha la capacità di entrare in area e fare gol al momento giusto”. Ranieri non crede che le precedenti esperienze nei derby, dove ha finora un invidiabile score di 4 vittorie su 4 da allenatore, lo pongano in condizione privilegiata rispetto all’esordiente Baroni. “Non credo che sia determinante – ha detto- lui mette il pilota automatico, la Lazio va con il pilota automatico, bisogna riconoscerlo. Sentirà la bellezza del derby da allenatore. C’è una responsabilità diversa da giocatore ad allenatore, ma tutto qua. Lui gioca con il pilota automatico”. Infine un passaggio su un ambiente che sta cercando di ritrovare serenità. “Io penso che siamo tutti uniti: proprietà, massaggiatori, magazzinieri, lo staff medico. Tutti quanti siamo lì, spingendo per fare bene. E anche i tifosi stanno facendo la loro parte. Abbiamo fatto pace? Io dico sempre che la Roma non si discute, si ama. Io l’ho sempre amata, continuerò ad amarla nel bene e nel male. Un presidente fece anche una colletta. I Friedkin ci hanno messo tanti soldi – conclude Ranieri – sarebbe ora di dargli qualche soddisfazione”.