martedì, Gennaio 7, 2025

Ladispoli, ripulito dai volontari del GAR il mosaico della villa romana di Marina di Palo

Come abbiamo già detto in altre occasioni, Ladispoli, anche quando ancora non esisteva come toponimo, è sempre stata particolarmente amata dai Romani. Già al tempo dell’antica Roma, i Romani che se lo potevano permettere si accaparravano un posto in prima fila sul lungomare di quella che sarebbe diventata, secoli dopo, una delle località turistiche più amate dai cittadini della Capitale. Testimonianza di questo antico amore per le spiagge ladispolane sono i resti delle villeche, con la tenacia e la resistenza di un legionario romano, emergono tra i palazzi che furono costruiti chiudendo un occhio o, meglio, tutti e due, sulle importanti testimonianze archeologiche che emergevano evidenti durante gli scavi dei cantieri. Tra le più importanti e meglio conservate, c’è la villa romana di Marina di Palo, che emerge, in più punti, tra i palazzi. La parte più estesa dei resti della villa si trovano in piazza della Rugiada, dove sono presenti le testimonianze di alcune strutture di servizio della villa, e di una piccola terma. Sul lungomare Marina di Palo si trova invece la parte più interessante, ovvero un ambiente mosaicato individuato come una “coenatio” (camera da pranzo) estiva della villa. Il mosaico emerge in un’ambiente recintato posto sotto il livello pedonale. Ed è per questo un inevitabile deposito della sabbia trasportata dal vento dalla spiaggia attigua. E un non inevitabile “butto” di rifiuti da parte di turisti maleducati. Ed è proprio in questa area archeologica così preziosa e delicata, che ieri mattina, coordinati dalla Responsabile dalla Soprintendenza, Rossella Zaccagnini, e dall’Assessore Margherita Frappa, hanno lavorato i volontari della Sezione di Cerveteri-Ladispoli-Tarquinia del GAR. La sabbia portata dal vento e dalle mareggiate è stata pazientemente rimossa, e i mosaici sono tornati a risplendere. Un riconoscimento va fatto ai cittadini di Ladispoli, e ai suoi turisti. In passato spesso questa area era scambiata per un’antica discarica, e le ripuliture assomigliavano di più ad una raccolta differenziata.

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