Fa discutere ancora il permesso lavorativo accordato dal Tribunale di sorveglianza a Martina Ciontoli, l’ex fidanzata di Marco Vannini in carcere da maggio 2021 per il delitto nella villetta dei suoi genitori a Ladispoli, in via De Gasperi. La reazione energica dei genitori di Marco Vannini, all’indomani della notizia dell’uscita di cella per 7 ore al giorno, non è tardata ad arrivare. Marina e Valerio – in sostanza – hanno dichiarato di non essere contrari al reinserimento dei detenuti, ma da Martina Ciontoli si sarebbero aspettati almeno una lettera di scuse. Commenta la vicenda pure l’avvocato Celestino Gnazi che ha sempre difeso i Vannini nelle aule dei tribunali. «Il nostro sistema giudiziario – chiarisce il legale – prevede la possibilità, a determinate condizioni, che i detenuti vengano assegnati al lavoro esterno. Debbo aggiungere, però, che se la concessione del beneficio è basata essenzialmente sul pentimento della detenuta, allora le perplessità sono gravissime: rifacendomi soltanto all’ultima sentenza della Cassazione, è doveroso rammentare che Martina Ciontoli è stata condannata per omicidio volontario in concorso pieno, non anomalo, con il padre e gli altri familiari e che, in tale circostanza nulla ha fatto per evitare la morte di Marco, avvenuta dopo un lunghissimo tempo di sofferenze atroci». Il legale rincara la dose: «Di questo e non di una semplice, superficiale, distrazione doveva dimostrarsi consapevole e pentita. Ma non mi risulta che lo abbia mai fatto. Se è questo il motivo per cui le è stato concesso il beneficio, si tratta di un ulteriore schiaffo in faccia ai genitori. Se i motivi sono altri, rispettosi di quanto hanno accertato il Giudici del fatto e di quanto prevede la legge sull’ordinamento penitenziario, né io né i genitori abbiamo nulla da obiettare, salvo, da parte quantomeno della madre di Marco, l’ennesimo invito a Martina affinché, almeno oggi, dica tutta la verità». In queste ore sono tantissimi, migliaia i commenti che arrivano non solo da Cerveteri e Ladispoli ma anche da tutta Italia. In questi anni le istituzioni si sono sempre attivate per Marco. A Ladispoli gli è stato intitolato il teatro di via De Begnac. A Cerveteri il comune etrusco gli ha dedicato il parco pubblico di Cerenova. Svariati poi i progetti artistici riservati al 20enne cerveterano ucciso il 17 maggio del 2015.