Ci sono interviste in cui senti maggiormente il dovere di fare le domande più giuste e opportune. Per raccontare le cose senza violare nessuna sensibilità o memoria. È successo anche a me, nell’intervista che ci ha gentilmente e pazientemente concesso Marina Conte, la mamma di Marco Vannini. “Pazientemente” perché, potete immaginarlo, in questi giorni ha concesso decine di interviste. Tutti le maggiori testate, anche quelle a carattere nazionale, hanno voluto chiederle cosa pensasse del beneficio che era stato concesso a Martina Ciontoli, l’ex fidanzata di suo figlio. Morto anche a causa del suo cinico atteggiamento che ha contribuito a fare ritardare quegli aiuti che sicuramente avrebbero salvato Marco. Abbiamo provato anche noi a chiedere a Marina Conte una sua opinione sul provvedimento che ha concesso a Martina Ciontoli un permesso di lavoro esterno per buona condotta. Ricordiamo che, ogni giorno lavorativo, può uscire dal carcere e recarsi al lavoro nel bar interno alla Scuola Superiore per l’Educazione Penale “Piersanti Mattarella”. Con questa intervista non volevamo ripercorrere tutta la vicenda. Ma abbiamo provato a capire meglio il ruolo di Martina in questa storia, e quello che la madre di Marco pensa di lei. Anche se è emerso che ai genitori di Marco poco importa quello che sta succedendo e che succederà. Perché alla fine quello che conta è quello che è successo dieci anni fa nella villetta dei Ciontoli. E che, come ha detto più volte Marina Conte, “I veri condannati siamo noi: io, mio marito e Marco che non c’è più”.