lunedì, Gennaio 13, 2025

Abbate (Udc): “Scuole sacrificate sull’altare del risparmio: no alla fusione selvaggia”

«Sta facendo discutere in questi giorni il piano di dimensionamento scolastico della Città Metropolitana di Roma, che prevede l’accorpamento di diversi istituti, tra cui lo storico Ipsia Calamatta con l’alberghiero Sthendal. Una decisione che presentata come necessità amministrativa ma che, in realtà, è un attacco alla qualità dell’istruzione pubblica». Ne è convinta Filippa Abbate dell’Udc Civitavecchia. «La logica dei numeri sta prevalendo sulla logica della formazione – ha aggiunto – gli amministratori parlano di “razionalizzazione” e “ottimizzazione delle risorse”, ma dietro questi termini tecnocratici si nasconde una verità più amara: il progressivo smantellamento di un modello educativo che ha fatto la storia del nostro Paese. L’accorpamento degli istituti non è una soluzione, è parte del problema. Quando si fondono le scuole, non si ottiene semplicemente una scuola più grande: si crea una struttura più complessa da gestire, dove l’attenzione individuale verso gli studenti inevitabilmente si diluisce. I presidi si trovano a dover gestire realtà sempre più ampie e articolate, con minor tempo da dedicare alle reali esigenze educative. Ma c’è di più. Un numero minore di studenti per istituto non dovrebbe essere visto come un problema, ma come un’opportunità. Classi meno numerose permettono ai docenti di dedicare più tempo a ogni singolo studente, di personalizzare l’insegnamento, di identificare e supportare sia le eccellenze che le fragilità. È questa la vera ottimizzazione di cui abbiamo bisogno: non quella dei bilanci, ma quella della qualità didattica. Il caso dell’alberghiero è emblematico. Un’istituzione storica che ha formato generazioni di studenti rischia di perdere la propria identità in nome di una presunta efficienza amministrativa. Ma cosa c’è di efficiente nel disperdere un patrimonio culturale e educativo costruito in decenni di storia? La soluzione esiste ed è l’esatto opposto di quella proposta». Secondo l’esponente dell’Udc infatti, «invece di accorpare, dovremmo investire per mantenere e potenziare le realtà scolastiche esistenti. Servono risorse per modernizzare le strutture, per garantire supporto didattico aggiuntivo, per finanziare progetti formativi innovativi. Il risparmio sulla scuola è il più miope degli investimenti: significa risparmiare sul futuro dei nostri giovani – ha aggiunto Abbate – è tempo che la politica dimostri coraggio e visione. L’istruzione non è un capitolo di bilancio da ottimizzare, ma il fondamento su cui si costruisce il futuro della nostra società. Gli amministratori devono comprendere che la vera efficienza non si misura in termini di numeri di studenti per istituto, ma in termini di qualità dell’offerta formativa e di risultati educativi. Occorre quindi un immediato ripensamento del piano di dimensionamento scolastico. Le nostre scuole non sono numeri su un foglio Excel, sono comunità vive dove si forma il futuro del Paese. Difenderle non è solo un dovere, è una necessità per garantire alle prossime generazioni un’istruzione all’altezza delle sfide che dovranno affrontare».

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