Un incontro pubblico o un consiglio comunale aperto per iniziare «veramente a discutere, in modo realistico e pacato» del futuro di Olmetto Monteroni. A chiederlo, in una lunga lettera aperta al sindaco Alessandro Grando è un residente della frazione ladispolana, Massimo Renna, che da anni attende la lottizzazione. Un’area abbandonata a se stessa, presa di mira dagli incivili che continuano ad abbandonare lungo le sue vie qualsiasi tipo di rifiuto, Eternit compreso. E poi le strade colabrodo che rendono difficile anche il passaggio dei mezzi di soccorso. Tutte problematiche che più e più volte sono state portate all’attenzione dell’amministrazione comunale che però “prende tempo”: «La scusa, non vera – scrive Renna – che lei sempre adduce in ogni occasione è che ci sarebbe un ricorso di pochi che bloccherebbe la prosecuzione dell’iter» di lottizzazione. Per Renna una scusa perché col ricorso, i cittadini (tra cui anche Renna stesso), non hanno mai chiesto «la sospensiva del procedimento proprio per evitare fermi, ma solo stimolare correzioni, evidenziando le cose non vere scritte nei documenti, come procedure errate, costi gonfiati senza giustificato motivo per i quali il comune si è addirittura riservato il diritto di poter chiedere pagamento integrale entro 3 mesi, prima ancora di eseguire l’inizio lavori contro ogni logica o diritto di legge. Tutto ciò a partire dalla gestione del sindaco che l’ha preceduta». Renna nella sua lunga missiva ripercorre un po’ quelle che sono state le varie tappe di un processo che ad oggi non ha visto conclusione. A cominciare proprio dal 2017, anno di insediamento – per la prima volta – del sindaco Alessandro Grando e dell’amministrazione di centrodestra. Un percorso fatto di richieste come quella della Vas «prima osteggiata e poi pagata due volte» o della richiesta di alcuni documenti ottenuti «attraverso un Commissario ad Acta». «Invece di una sana trasparenza lei continua con il “vorrei ma non posso per colpa di alcuni” ma è solo una misera foglia di fico – prosegue Renna nella lettera- perché in realtà non si è voluto mai dare spazio ad Olmetto e il motivo è che è molto più semplice lavorare con singoli costruttori su piani integrati ad personam che affrontare un serio e democratico processo di realizzazione che deve mettere d’accordo circa 250 lottisti che però hanno dei diritti specifici visto che si pagheranno tutto da soli». E Olmetto Monteroni, dove «non è stato previsto dove le fogne debbano andare a convergere per arrivare al depuratore», lo sguardo di Renna si sposta ai km 38 e 37 dell’Aurelia interessate da due piani integrati che «cambieranno completamente la fisionomia urbanistica del territorio ma partendo senza soluzioni realmente organiche e moderne, solo perché si è deliberato in modo isterico a macchia di leopardo senza una visione dei servizi». Intanto, «i residenti e i lottisti dell’Olmetto continuano a camminare su strade dissestate nonostante oltre 30mila euro di lavori pagati ma che nessuno ha visto realizzare, e con evidenti disagi nel godimento dei diritti di cui può godere ogni cittadino di Ladispoli». Una «gestione» di questa fetta di territorio «indegna»: «Basti pensare che via Procoio di Ceri è una strada comunale ma il comune non fa benché minima manutenzione, né si cura di tenerla pulita dai rifiuti abbandonati o prevenire questo odioso fenomeno». E poi c’è la “questione acqua”: dal 2018 sulle abitazioni della zona “pende” il divieto di potabilità e ad oggi, Acea Ato 2 «non ha ancora finanziato le opere per garantire aumenti di residenti, per non parlare del depuratore che già in estate mostra cenni di saturazione». Da qui la richiesta di un incontro pubblico o di un consiglio comunale aperto: «Olmetto – concluden Renna – poteva ripartire nel 2008 ed era tutto pronto, mentre oggi siamo ancora solo una grande palude invernale, anche amministrativa, ma non si dia la colpa ai lottisti di errori ed oltre 10 anni di ritardo a carico del comune».