“Cercansi giunta Comunale”, andrebbe affisso questo avviso sulle plance della città in modo tale da poter, in qualche modo, aiutare la città stessa ad uscire da questa impasse in cui si è cacciata, da ormai troppi mesi. E pensare che il Natale, ormai alle spalle, aveva tutta l’aria di poter portare a Cerveteri, in dono, una nuova Giunta comunale. Invece è peggio che aspettare Godot con i cittadini a far le veci di Vladimir ed Estragone nell’attesa che arrivi il protagonista dell’opera o Giunta Comunale che dir si voglia. Si susseguono i giorni, si disertano i consigli (vedasi oggi), si ascoltano voci e possibili composizioni, ma all’orizzonte ancora poco o nulla. Sembra che la maggioranza stia tessendo la tela di Penelope: il giorno si intreccia la tela e si compone lo scacchiere delle poltrone e poi la sera si disfa il tutto per ricominciare, dal punto di partenza, il giorno successivo. Intanto la città si addormenta, ogni giorno un po’ di più. Lasciando da parte metafore e le spicciole rimembranze di letteratura, il punto è un altro e piuttosto complesso. La crisi, che da ormai tanti mesi sta attanagliando la maggioranza (a maggio 2024 l’appoggio esterno di 8 consigliere comunali), sta lacerando profondamente la città. Cerveteri rischia di passare dallo stato “siamo in attesa di risposte” a quello del “ci siamo addormentati per sempre”. Tutti conosciamo bene il distacco che ormai esiste tra la politica e i cittadini, ce lo dicono i risultati delle affluenze alle elezioni, a tutti i livelli. Resta però chiaro che il futuro e la visione di una comunità va di pari passo con l’indirizzo che da’ la politica e ogni impuntatura, ogni rallentamento, si ripercuotono, in modo inesorabile sulla vita dei cittadini. Mettiamoci pure che il tessuto economico di Cerveteri è molto sottile e la classe imprenditoriale, che dovrebbe essere alter ego alla politica, non è sempre lungimirante, ed ecco che il patatrac è dietro l’angolo. E’ una città, quella etrusca, che da diversi anni vivacchia. Sarebbe miope e poco intelligente addossare le colpe a due anni e mezzo di governo Gubetti. La crisi che avvolge il territorio ha radici ben più radicate e cause ben più lontane, ma è chiaro che di tutto ha bisogno una città in stand by fuorché una crisi politica che la lacera dalle viscere e che va avanti da quasi un anno. Sono settimane che sembra il momento buono, tra i vicoli di piazza Risorgimento si mormora che la Giunta è pronta, il rimpastino di scranni e di tessere sistemato, ma poi si torna indietro e si rimescolano le carte. I nomi, tra l’altro, sono noti ormai ai più da tanti giorni. Talmente noti che evito anche di citarli o di ipotizzarli. Evidentemente c’è ancora qualche nodo da sciogliere: i più maliziosi e ben informati indicano il posto da vicesindaco come quello che, in queste ultime ore, sta creando maggiori grattacapi. Chi sta lavorando al tetris, però, dovrebbe sapere che alla città poco importa di questi schemi della politica, ma di più interessa dove sta guardando ed andando la città. Ecco, Cerveteri è ferma, relegata alla quasi totale normale amministrazione. Lungi da me puntare il dito su un gruppo piuttosto che un altro. Non siamo qui per percentualizzare le responsabilità di Governo Civico, Partito Democratico e compagnia cantando.