sabato, Gennaio 18, 2025

Il Comune sbaglia l’esproprio e insiste per 27 anni: la condanna del Tribunale

Un singolare caso giudiziario accende i riflettori su una vicenda di lunga data che vede coinvolto il Comune di Pomezia. Il Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio ha condannato l’amministrazione comunale pometina per non aver adempiuto agli obblighi derivanti da un decreto di esproprio di un terreno e per aver ignorato successivamente le richieste esplicite sostenute dal proprietario di questo terreno di risolvere una situazione di occupazione illegittima di terreni privati. Il ricorso, presentato dal proprietario dei terreni coinvolti, ha messo in evidenza gravi inadempienze amministrative da parte del Comune di Pomezia. La vicenda ha origine con l’occupazione d’urgenza, avvenuta nel 1997, di un terreno necessario per la realizzazione di un’opera pubblica e con il successivo decreto di esproprio emesso nel 2000. Oltre a questo il Comune di Pomezia ha occupato senza titolo ulteriori porzioni di terreno, appartenenti al medesimo proprietario. Nonostante il tempo trascorso e le reiterate richieste formali, l’amministrazione non ha completato le procedure necessarie per regolarizzare la situazione. Le richieste del proprietario, presentate nel 2023 e reiterate nel 2024, includevano la trascrizione del decreto di esproprio e la voltura catastale e, infine, l‘adozione di un decreto di acquisizione “sanante” per i terreni occupati senza titolo. Il Comune di Pomezia ha risposto a queste richieste solo parzialmente, dichiarando che le procedure richiedevano tempi più lunghi del previsto, senza però fornire una tempistica concreta. Il Tribunale ha giudicato fondate le accuse del ricorrente e accolto il ricorso del cittadino pometino, evidenziando che l’amministrazione comunale ha mantenuto una condotta inadempiente e dilatoria. Tre i punti principali contestati al Comune di Pomezia. Il Comune non ha risposto in modo adeguato alle istanze del proprietario, configurando una violazione degli obblighi di legge in materia di trasparenza e gestione dei procedimenti amministrativi. Nonostante il decreto risalga al 2020, l’amministrazione non ha ancora provveduto alla sua trascrizione presso gli uffici competenti, lasciando in sospeso la regolarizzazione formale del terreno espropriato.

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