73mila euro in contanti e poi indumenti per occultare la strumentazione elettronica utilizzata nelle sessioni d’esame. Il sequestro della Polizia stradale di Latina nell’operazione “patenti facili” la prova di un sistema collaudato e sofisticato messo in piedi per passare i test e ottenere la patente di guida. L’inchiesta ha portato agli arresti domiciliari di sei persone, tra cui un dipendente della motorizzazione civile pontina e diversi titolari di autoscuole. Ai candidati, principalmente cittadini di origine indiana, bastava versare tra i 3mila e i 3mila 500 euro per vedersi spianata la strada.
A loro venivano consegnate delle polo. Nelle asole delle magliette venivano poi nascoste delle microcamere, quelle che mandavano le immagini a un operatore che si trovava all’esterno della motorizzazione e che svolgeva l’esame al posto loro. Il candidato conosceva le risposte da dare grazie a degli elettrodi posizionati su entrambe le caviglie: a seconda di dove riceveva la vibrazione, se a destra o a sinistra, l’esaminando sapeva se mettere vero o falso. Più impulsi, invece, servivano per avvertirlo di posizionarsi meglio e inquadrare in maniera corretta lo schermo. Apparecchiature elettroniche che entravano nell’aula grazie alla complicità di un addetto alla vigilanza. 500 euro a candidato la tariffa per non fare i controlli e spegnere i metal detector.