Ardea, il Consorzio Colle Romito continua la sua battaglia legale contro il Comune per mantenere in vita i suoi dossi stradali, nonostante una sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio abbia confermato la legittimità dell’ordinanza comunale che ne impone la rimozione. La vicenda, che va avanti da oltre 15 anni, tra schermaglie burocratiche e giudiziarie, sembra lontana da una conclusione definitiva. Nel giugno scorso, il Tar del Lazio ha respinto le obiezioni presentate dal Consorzio, giudicando legittima l’ordinanza del Comune di Ardea che, per l’appunto, imponeva la rimozione dei dossi giudicati ‘fuorilegge‘. Quest’ultima imponeva la rimozione dei sistemi di rallentamento della velocità e l’adeguamento della segnaletica stradale. Il Consorzio, ritenendo la sentenza ingiusta, ha deciso di presentare ricorso al Consiglio di Stato, ultimo grado della giustizia amministrativa. Parallelamente, il Comune di Ardea si sta preparando a difendere le proprie ragioni. Per farlo, ha incaricato l’avvocato Luca Torregrossa di rappresentarlo in giudizio, stanziando un importo complessivo di circa 5.000 euro per le spese legali. La fattura per il saldo finale è stata recentemente approvata e liquidata, chiudendo così la fase economica del mandato legale. La controversia affonda le radici in decisioni prese molti anni fa, quando il Consorzio aveva installato i dossi per regolare il traffico interno e migliorare la sicurezza stradale nelle aree residenziali. Tuttavia, secondo il Comune, tali interventi non sarebbero conformi alla normativa vigente, rendendo necessaria la loro rimozione. La disputa si è protratta nel tempo, coinvolgendo vari livelli della giustizia amministrativa e richiedendo continui interventi legali. La questione non riguarda solo aspetti tecnici o burocratici, ma ha un impatto diretto sulla vita quotidiana dei residenti. I dossi, infatti, sono considerati da molti come uno strumento essenziale per garantire la sicurezza stradale, soprattutto in aree frequentate da famiglie e bambini. D’altra parte, il Comune sostiene che tali dispositivi devono rispettare rigorosi criteri di legalità e sicurezza, e che ogni intervento deve essere effettuato nel pieno rispetto delle normative nazionali.