Si è inaugurato a Civitavecchia dell’anno giudiziario 2025 del Tribunale Ecclesiastico di Civitavecchia-Tarquinia e quest’anno tale data ha avuto un particolare significato: è stato, infatti, celebrato il decimo anniversario della riforma sui processi matrimoniali “Mitis Iudex Dominus Iesus (MIDI)” voluta da Papa Francesco. In questo contesto, don Giovanni Demeterca, presidente del tribunale, ha delineato un bilancio dell’attività svolta, evidenziando anche le sfide future. L’inaugurazione rappresenta un momento di riflessione e di rilancio e il presidente Don Giovanni Demeterca ha espresso gratitudine al vescovo Gianrico Ruzza “per il costante sostegno” e ha anche colto l’occasione per ringraziare operatori e parroci “per il loro zelo, per la loro dedizione e integrità nel tutelare l’interesse della giustizia e del bene pubblico”. Il Tribunale Ecclesiastico di Civitavecchia-Tarquinia ha registrato un aumento significativo delle richieste di nullità matrimoniale, con una media di circa 40 cause presentate all’anno negli ultimi tre-quattro anni e un incremento del 30% nel 2024 rispetto all’anno precedente. Di queste, il 60% è stato incardinato ai sensi del canone 1095 del Codice di Diritto Canonico, riguardante gravi difetti di discrezione di giudizio e incapacità psichica, e il 40% per simulazione del consenso. Il presidente del Tribunale Ecclesiastico di Civitavecchia-Tarquinia, don Giovanni Demeterca ha sottolineato che “la riforma ha apportato cambiamenti epocali, riducendo durata e costi delle cause, rendendo così la procedura più accessibile e vicina ai fedeli. La possibilità per le parti di scegliere il tribunale competente ha introdotto un principio di meritocrazia, favorendo una maggiore efficienza. Un processo, quello avviato da papa Francesco, che si ispira ai principi di prossimità, gratuità e celerità e che ha snellito la burocrazia e semplificato l’iter processuale per stare vicino ai fedeli. Inoltre, il processo non si limita a stabilire una verità giuridica, ma rappresenta un’opportunità di discernimento e rigenerazione spirituale. Questo approccio pastorale mira a promuovere una giustizia riparativa, che non solo affronta le controversie ma favorisce il risanamento delle relazioni”. Don Giovanni Demeterca poi prosegue spiegando: “L’attività giudiziaria diventa così uno strumento per promuovere la coesione nella comunità ecclesiale. Il matrimonio, elevato da Cristo a segno dell’alleanza tra Lui e la sua Chiesa, è spesso messo alla prova nella modernità da immaturità affettiva e difficoltà psichiche che conducono alla nullità matrimoniale. L’azione giudiziaria del tribunale permette ai fedeli di guardarsi dentro e ritrovare serenità e pace. La figura del giudice canonico emerge come centrale nell’attività del tribunale, dove il diritto canonico non è solo un insieme di regole, ma una disciplina profondamente radicata nella dottrina cattolica. L’attività giudiziaria richiede prudenza, rigore, fortezza e coraggio, oltre a una costante ricerca della verità, affidandosi alla luce dello Spirito Santo”. Il presidente del Tribunale Ecclesiastico di Civitavecchia-Tarquinia, don Giovanni Demeterca ha chiuso ponendo l’accento “sulla necessità di una maggiore attenzione pastorale nella fase post-sentenza, affinché le parti coinvolte siano accompagnate per accettare e comprendere la decisione, considerandola un’opportunità di riconciliazione personale e comunitaria. La dimensione pastorale della giustizia ecclesiastica, ha sottolineato il magistrato, si traduce in un servizio che tutela i diritti dei fedeli, stempera le conflittualità e favorisce l’incontro con la carità, la giustizia e la verità. In tal modo, il tribunale garantisce una giustizia equa e imparziale, diventando strumento di evangelizzazione e consolazione”.