mercoledì, Gennaio 22, 2025

Israele lancia operazione “muro di ferro” in Cisgiordania, morti e feriti

“Siamo ancora in guerra, ma c’è un’opportunità per il cambiamento. Il cessate il fuoco è iniziato domenica ed è stato un momento molto significativo, una grande benedizione, perché stiamo lavorando per riportare a casa gli ostaggi”. E’ quanto ha detto il presidente israeliano Isaac Herzog intervenendo al World Economic Forum a Davos. Tuttavia, ha sottolineato Herzog, la situazione rimane critica perché l’Iran continua a sponsorizzare il terrorismo utilizzando le formazioni terroristiche nella regione, dagli Houthis ad Hamas. “I proxy sono tutti sostenuti dall’Iran, comandati, controllati e addestrati da Teheran. L’impero del male’ continua a spendere milioni e lavora ancora oggi per seminare terrore, correndo verso la bomba nucleare”. “Non dobbiamo cadere in un falso ottimismo – ha aggiunto – ma restare lucidi. Esiste una reale opportunità per cambiare il corso del Medio Oriente in meglio, ma i rischi restano enormi finché questo regime in Iran continuerà i suoi sforzi, e l’Iran in nessun caso deve arrivare ad avere l’atomica”. In ogni caso, la chiave per aprire la porta del cambiamento è la liberazione degli ostaggi. “Ne abbiamo ancora molti prigionieri di Hezbollah che sono sottoposti a torture barbariche”, ha concluso Herzog.Il leader di Hamas in Cisgiordania, Zaher Jabarin, ha dichiarato che il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, “vuole continuare a combattere per rimanere al potere”. Intervistato da Al Jazeera sull’operazione militare lanciata oggi dalle forze israeliane a Jenin, Jabarin ha affermato che “come abbiamo sconfitto Netanyahu a Gaza, lo sconfiggeremo in Cisgiordania”, sottolineando: “Resisteranno all’occupazione, anche se ci rimarranno solo delle pietre, e non sventoleremo mai bandiera bianca”.”Il nostro popolo ha una volontà ferrea di resistere e sacrificarsi, e non ha altra scelta che resistere – ha aggiunto – l’unità palestinese è la roccia su cui si spezzerà l’occupazione”. Il ministro delle finanze in Israele, l’esponente ultraconservatore a cui è aggrappata la maggioranza di governo, Bezalel Smotrich, chiede che il nuovo comandante delle forze militari sia “pronto a riprendere la guerra fino al raggiungimento della vittoria totale”, dopo l’annnuncio delle dimissioni da parte di Herzi Halevi. “Il prossimo periodo sarà segnato dalla sostituzione del comandante dell’esercito come parte dei preparativi per la ripresa della guerra, che questa volta non si fermerà finché non sarà ottenuta la vittoria”, ha detto Smotrich. “Sono fiducioso che Israel Katz riuscirà nel suo compito, che porterà a termine con responsabilità, professionalità e determinazione. Lo aiuterò ogni volta che sarà necessario”, ha detto prima di applaudire la partenza di Halevi, che ha elogiato per i suoi “decenni di servizio” e i suoi “grandi successi militari su tutti i fronti”. Israele e Hamas diano prova di “buona fede” perché la pace a Gaza sia duratura. Lo ha detto il premier del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al-Thani, che nei giorni scorsi ha svolto un ruolo di primo piano nel negoziato che si è concluso con l’accordo entrato in vigore domenica. “Se si stanno impegnando in buona fede, questo durerà e si spera che porti alla fase due, a un cessate il fuoco permanente”, ha affermato il premier qatarino parlando al World economic forum di Davos. Dove ha poi espresso l’auspicio che l’Autorità palestinese “torni a Gaza: speriamo di vedere un governo che affronti veramente le questioni della gente lì e c’è una lunga strada da fare per la Gaza e la distruzione” della Striscia. Il primo ministro del Regno Unito, Keir Starmer, ha avuto un colloquio telefonico con il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, durante il quale ha affermato che il processo di pace in Medio Oriente dovrebbe aprire la strada a uno Stato palestinese. Lo fa sapere Downing Street. Starmer ha ringraziato personalmente Netanyahu per l’impegno del governo israeliano nel garantire la liberazione degli ostaggi, tra cui l’ostaggio britannico Emily Damari e ha “ribadito che è fondamentale garantire che gli aiuti umanitari possano ora fluire senza interruzioni a Gaza per sostenere i palestinesi che ne hanno disperatamente bisogno”. Entrambi hanno convenuto sulla necessità di lavorare per una soluzione permanente e pacifica che garantisca la sicurezza e la stabilità di Israele e il primo ministro britnnico ha aggiunto che il Regno Unito è pronto a fare tutto il possibile per supportare un processo politico, che dovrebbe anche portare a uno stato palestinese vitale e sovrano.

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