A ridosso del Giorno della Memoria e in occasione dell’ottantesimo Anniversario della Liberazione di Auschwitz, la Fondazione Museo della Shoah di Roma, alla presenza del Sindaco Roberto Gualtieri e del Presidente della Fondazione Mario Venezia, ha svelato il murale “Anti-Semitism, History Repeating” dell’artista AleXsandro Palombo. L’opera raffigura Liliana Segre e Sami Modiano con le divise dei lager e giubbotto antiproiettile, con la stella di David gialla simbolo di esclusione e sterminio. Contestualmente, è stata inaugurata la mostra “La fine dei lager nazisti” alla Casina dei Vallati. Il murale, acquisito dalla Fondazione, è collocato nel cuore dell’antico ghetto ebraico davanti al Portico d’Ottavia, sotto la targa che ricorda l’orrore del rastrellamento degli ebrei, iniziato il 16 ottobre 1943 nel ghetto di Roma, che portò alla deportazione di oltre 1000 persone di cui solo in 16 riuscirono a sopravvivere e a tornare in Italia. L’opera, già comparsa a Milano in Piazzale Loreto il 30 settembre 2024, è stata oggetto di due azioni vandaliche: il 15 ottobre, le stelle di David sono state sfregiate, e l’11 novembre, i volti di Segre e Modiano sono stati cancellati. La rimozione definitiva, avvenuta il 2 dicembre, ha suscitato indignazione a livello nazionale e internazionale. La decisione di trasferirlo a Roma, nel contesto della Fondazione Museo della Shoah, non è solo un atto di protezione, ma anche un messaggio contro l’odio e l’intolleranza. Questa acquisizione, promossa dalla Fondazione Museo della Shoah, sottolinea l’importanza di custodire la memoria attraverso l’arte ed è un potente monito contro l’antisemitismo e il negazionismo, temi sempre più urgenti nel panorama contemporaneo. “Il mio ringraziamento alla Fondazione, alla Comunità ebraica, all’artista per questo atto importante di giustizia e di impegno; – ha dichiarato il Sindaco Gualtieri – quest’opera è manifestazione di un fortissimo contrasto all’antisemitismo e anche un omaggio ai testimoni come Segre e Modiano. Il murale rappresenta l’importanza della memoria, di non dimenticare la tragedia della Shoah, il punto più basso raggiunto nella storia dell’umanità, che noi abbiamo il dovere di ricordare, onorando i testimoni e le vittime, battendoci perché nessuno dimentichi e questo orrore non si ripeta mai più”. L’opera sarà visibile all’aperto fino al 2 febbraio e successivamente troverà collocazione permanente nella Casina dei Vallati, cuore delle attività della Fondazione.