domenica, Gennaio 26, 2025

Tuscia, energie rinnovabili, i campi fotovoltaici nei siti militari dismessi o del Demanio vera opportunità per il territorio

«Si prenda seriamente in considerazione la possibilità di realizzare parchi fotovoltaici in aree dismesse, quali siti di Demanio militare, come già effettuati altrove». La segreteria del Pci con Luigi Caria e Nicolo Parrino torna a ribadire la propria posizione circa le energie rinnovabili «che sono e saranno presenti nel nostro territorio». «Gli impianti fotovoltaici, sono una realtà, ma ancora altri potrebbero essere deliberati e costruiti su questa parte della provincia viterbese – mettono in guardia Caria e Parino – Noi come appartenenza politica – spiegano – non vogliamo solo criticare gli eccessi, ma vogliamo anche essere propositivi sugli interventi prossimi da eseguire sul nostro territorio». «Vogliamo chiarire – spiegano Caria e Parino – che Tarquinia si pone al centro di un asse energetico costituito da due importantissime realtà. La prima, il polo di Civitavecchia, con depositi di combustibile come l’olio pesante e il carbone, antitetici alle trasformazioni green in fase di attuazione. L’altra, il polo di Montalto, che è stato interessato, grazie al suo territorio e alle sue infrastrutture, dalla trasformazione da policombustibile a polo green fotovoltaico». «Da qui – sottolineano gli esponenti del Pci – nasce la nostra proposta di prendere in considerazione i parchi fotovoltaici da situare in aree dismesse quali siti di demanio militari, come già effettuati altrove. Le nuove realtà che hanno visto nascere i campi fotovoltaici sono nell’intera nostra penisola. In particolare, vogliamo porre l’attenzione su alcuni, come l’ex base militare di Baruchella e Ceneselli, nella Provincia di Rovigo; o anche le basi militari dismesse di Ceggia, provincia di Venezia; oppure quella ex militare di Monforte d’ Alpone; o l’ex aeroporto dell’aviazione militare di San Damiano ((Pc). Ultimo, ma non per importanza, l’aeroporto militare di Frosinone: il “Moscardini”. E’ possibile quindi raggiungere veramente risultati importanti di interesse comune, sia per lo sviluppo del nostro territorio secondo le direttive Eu, sia per recuperare siti dismessi, ridando loro nuova vita come entità di recupero archeologico industriale e in alcuni casi ex luoghi militari». «La proposta si basa su un nuovo dialogo fra forze politiche seppure diverse, ma comunemente indirizzate al miglioramento di obiettivi comuni con fini anche amministrativi e di soddisfazione dell’intera cittadinanza. Queste collaborazioni, oltre al comune interesse, possono creare dialogo fra forze politiche simili e soprattutto con fini uguali come migliorare le situazioni della nostra cittadina». Concludiamo dicendo che il partito comunista italiano racchiude da sempre nel dialogo, nella giusta contrapposizione, nelle proposte, gli strumenti per raggiungere scopi comuni e obiettivi quanto mai raggiungibili. Negazioni o illogiche chiusure non fanno parte della cultura di sinistra di un partito come quello Comunista, che aveva proprio nel confronto con la propria base e le forze alleate la sua principale forma di rappresentanza e democrazia».

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