lunedì, Gennaio 27, 2025

“A Roma coacervo di mafie, il 32% dei processi per abusi”

Un terreno fertile per le strutture criminali. Un territorio, quello di Roma, diventato il “coacervo di tutte le mafie” anche se la “percezione di questa emergenza stenta ad andare di pari passo con la velocità con cui si radicano e diffondono le organizzazioni”. E’ quanto emerge dall’analisi fornita dal presidente della Corte d’Appello della Capitale, Giuseppe Meliadò, nella sua relazione alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno Giudizario.
E’ preoccupante il quadro sulla presenza dei clan nel distretto della Capitale. Il dato che “spicca è quello della criminalità organizzata – ha aggiunto Meliadò – con la massiccia presenza di associazioni a delinquere anche di stampo mafioso sia nella città di Roma che nei territori di Velletri, Latina, Cassino e Frosinone, che rende gli uffici romani comparabili a quelli delle ‘capitali storiche’ delle associazioni criminali del Paese” . Nel 2024 sono stati 254 i procedimenti della Dda arrivati all’attenzione dell’ufficio Gip: quasi uno al giorno con un aumento del 25% di quelli con oltre trenta imputati. Ma non è solo la guerra ai grandi gruppi criminali ad avere caratterizzato il lavoro dei magistrati del distretto negli ultimi 12 mesi. Dai dati forniti emerge, infatti, “l’enorme impatto sugli uffici giudiziari” dei reati di violenza familiare e nei confronti delle donne che rappresentano “quasi il 32% dei procedimenti di rito collegiale pervenuti a giudizio presso il Tribunale di Roma” e che “hanno determinato l’afflusso presso la Corte di oltre mille processi”, ha aggiunto il presidente della Corte. Una situazione su cui incide anche l’emergenza delle scoperture dell’organico tra le toghe.

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