Quarantanove migranti sono stati imbarcati a bordo della nave della marina militare Cassiopea per il trasferimento nei centri in Albania dove saranno avviate le procedure di accoglienza, trattenimento e valutazione dei singoli casi. Lo fa sapere il Viminale, aggiungendo che altri 53 migranti hanno presentato “spontaneamente il proprio passaporto per evitare il trasferimento: una circostanza di particolare rilievo, in quanto consente di attivare le procedure di verifica delle posizioni individuali in tempi più rapidi anche a prescindere del trattenimento, aumentando le possibilità di procedere con i rimpatri di chi non ha diritto a rimanere in Ue”. Ripartono dunque i trasferimenti dopo due mesi: ad ottobre e novembre i 20 richiedenti asilo portati nei centri di Shengjin e poi Gjader furono poi liberati dalle decisioni dei giudici del tribunale di Roma che bocciarono i trattenimenti. Questa volta il governo spera in un esito migliore. A decidere non saranno più i magistrati della sezione immigrazione, ma quelli della Corte d’appello, come prevede la nuova norma voluta dall’esecutivo ed entrata in vigore lo scorso 11 gennaio.
Il piano-Albania riprende, dunque. Di effetto deterrenza ha sempre parlato il governo spiegando la ratio dell’accordo promosso con il premier albanese Edi Rama. Ed i nuovi trasferimenti avverranno in un periodo di ripresa degli sbarchi, dopo il netto calo registrato nel 2024, quando gli arrivi furono 66mila, contro i 157mila dell’anno precedente. Nei primi 24 giorni del 2025 sono sbarcate 1.742 persone, in aumento rispetto alle 1.298 dello stesso periodo del 2024. Il picco si è avuto il 20 gennaio (494 arrivi), mentre il comandante della polizia giudiziaria libica, Osama Njeem Almasri, si trovava nel carcere delle Vallette a Torino. E’ noto che per contrastare i flussi irregolari occorra un’adeguata collaborazione dei Paesi di partenza delle barche usate dai trafficanti di uomini, Libia e Tunisia in primis.