sabato, Aprile 19, 2025

Il caso Almasri. Assenti Meloni e i vice premier. Piantedosi: “Espulso per sicurezza”. Nordio attacca la magistratura

“L’espulsione di Almasri è da inquadrare (per il profilo di pericolosità che presentava il soggetto in questione) nelle esigenze di salvaguardia della sicurezza dello Stato e della tutela dell’ordine pubblico, che il Governo pone sempre al centro della sua azione, unitamente alla difesa dell’interesse nazionale che è ciò a cui lo Stato deve sempre attenersi nell’obiettivo di evitare, in ogni modo, un danno al Paese e ai suoi cittadini”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri. “E’ solo alle 22,55 del 18 gennaio (cioe’ tre giorni dopo il controllo del 15, nella notte tra sabato e domenica) che la Corte penale internazionale chiedeva al Segretariato generale Interpol di Lione di sostituire la nota di diffusione ‘blu’ (sola richiesta di informazioni, ndr) con una nota di diffusione ‘rossa’ (ovvero contenente indicazioni per l’arresto) rivolta, solo a questo punto, anche all’Italia, unitamente agli altri Paesi che al contrario erano stati gia’ in precedenza investiti”. Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella sua informativa alla Camera sul caso Almasri. “Sempre nella notte tra sabato e domenica, e precisamente alle 2,33 del 19 gennaio – ha proseguito il titolare del Viminale – il segretario generale Interpol validava la nota di diffusione rossa per l’arresto provvisorio e la successiva consegna alla Corte penale internazionale del cittadino libico. A tale flusso informativo, tutto concentrato in poche ore, ha fatto seguito la tempestiva attività delle articolazioni centrali e territoriali della Polizia di Stato. La notevole professionalità e la spiccata capacità operativa del personale impegnato, che ringrazio, hanno consentito il rapido rintraccio e l’arresto di Almasri”. “Il cittadino libico noto come Almasri non è mai stato un interlocutore del Governo per vicende che attengono alla gestione e al contrasto del complesso fenomeno migratorio”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nell’informativa sul caso Almasri alla Camera.Piantesosi ha poi “smentito, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il Governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni (anche in chiave prognostica) nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”. “Smentisco, nella maniera più categorica, che, nelle ore in cui è stata gestita la vicenda, il Governo abbia ricevuto alcun atto o comunicazione che possa essere, anche solo lontanamente, considerato una forma di pressione indebita assimilabile a minaccia o ricatto da parte di chiunque, come è stato adombrato in alcuni momenti del dibattito pubblico sviluppatosi in questi giorni. Al contrario, ogni decisione è stata assunta, come sempre, solo in base a valutazioni compiute su fatti e situazioni (anche in chiave prognostica) nell’esclusiva prospettiva della tutela di interessi del nostro Paese”. Nessun rallentamento per le riforme sulla giustizia, ha detto Nordio concludendo la sua informativa sul caso Almasri. “L’altro giorno un magistrato, ironicamente, ha ringraziato il ministro perché finalmente aveva compattato la magistratura. Adesso la magistratura ha compattato la maggioranza. Andremo avanti, andremo avanti senza esitazioni”, ha spiegato il Guardasigilli. “Quello che mi ha un po’ deluso, anche se non è arrivato inaspettato, è stato l’atteggiamento di una certa parte della magistratura. Parte della magistratura che si è permessa di sindacare l’operato del ministro senza aver letto le carte. Cosa che può anche essere perdonata ai politici, ma non può essere perdonata a chi per mestiere per prudenza le carte le dovrebbe leggere”. Lo afferma il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nel corso dell’informativa alla Camera sul caso Almasri. “L’atto è arrivato in lingua inglese senza essere tradotto. Sin dalla prima lettura il sottoscritto notava una serie di criticità sulle richieste di arresto che avrebbero reso impossibile una immediata richiesta alla Corte d’Appello”. Lo afferma il ministro della Giustizia Carlo Nordio nell’informativa urgente del governo, alla Camera dei deputati, in merito alla richiesta di arresto della Corte penale internazionale e successiva espulsione del cittadino libico Najeem Osema Almasri Habish.

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