venerdì, Febbraio 7, 2025

Ardea, il sindaco “licenzia” un altro assessore: secondo addio in due giorni

Non c’è pace per la giunta di Ardea, per la quale sarebbe in corso un rimescolamento di ruoli e figure. I maligni dicono sce sia solo una questione di pesi politici dei partiti, altri che sia solo una spinta impressa dal sindaco per rendere più efficiente la macchina amministrativa. Fatto sta che dopo l’addio di Barbara Assaiante, che solo ieri aveva rassegnato le dimissioni da assessore ai servizi sociali parlando di “divario di intenti” con l’amministrazione, ora è lo stesso sindaco Fabrizio Cremonini a revocare un suo assessore. Una sorta di “licenziamento”, se volessimo usare un termine lavorativo. Chi è la persona in questione? È l’assessore ai servizi demografici Luana Ludovici, eletta in quota Lega in consiglio comunale nel 2022, che si era dimessa per assumere la carica di assessore. Le motivazioni vere non si conoscono e forse non si conosceranno mai. Nel decreto di revoca si legge: “la valutazione degli interessi coinvolti nella nomina e revoca di un assessore è rimessa in via esclusiva al Sindaco, rientrando nella piena scelta discrezionale di quest’ultimo l’esercizio dei relativi poteri, stante il rapporto di fiducia fra il Sindaco medesimo e le persone degli assessori, destinati a collaborare con lui nell’amministrazione dell’ente locale anche come delegati, assegnati ai vari assessorati”. “Effettuata una valutazione politica generale ed una sostanziale verifica sull’esperienza e sull’andamento dell’attività amministrativa sino ad oggi, nonché la sussistenza di esigenze di carattere generale e di efficienza dell’azione amministrativa stessa”, scrive il sindaco, è stata valutata “l’opportunità politica di disporre la revoca dell’Assessorato ai Servizi Demografici e Personale, Randagismo e Benessere animale , nei riguardi della signora Luana Ludovici, con effetto immediato e con immediata cessazione della carica”. Se non è licenziamento questo. Ora il sindaco si ritrova in un colpo solo ad aver perso due donne in giunta, fatto che mette a repentaglio la validità delle sedute dovendo essere assicurato il rispetto delle quote rosa.

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