Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha dichiarato che i colloqui con il presidente russo Vladimir Putin sul conflitto con l’Ucraina “stanno facendo progressi” e che i due si incontreranno “al momento giusto”. L’Ucraina ha bisogno più che mai del nostro sostegno”. Lo ha detto la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen in conferenza stampa a Vilnius in occasione della sincronizzazione delle reti elettriche degli Stati Baltici alla rete europea. “Finora – ha detto – l’Europa ha fornito 135 miliardi di euro. Il nostro supporto finanziario, coordinato con i nostri partner del G7, copre la maggior parte del gap di finanziamento di quest’anno. Questo permette all’Ucraina di concentrarsi su ciò che è davvero importante e questo significa difendere il loro paese. Ma una delle loro sfide più immediate riguarda anche l’energia. Mentre la Russia prende di mira in modo sistematico il sistema energetico ucraino, noi, insieme, stiamo sostenendo l’Ucraina e riparando i danni subiti a una velocità incredibile”. La presidente ha sottolineato che “in questo momento una centrale termoelettrica lituana viene smantellata e inviata pezzo per pezzo in Ucraina per essere ricostruita. Questo è, ancora una volta, l’immagine concreta della solidarietà baltica in azione”. L’incontro più atteso dagli ucraini avverrà a breve: Donald Trump vedrà Volodymyr Zelensky “probabilmente” la prossima settimana, ha annunciato il presidente americano. Il faccia a faccia sarà a Washington e non a Kiev, ma l’inquilino della Casa Bianca ha già messo in chiaro quale sarà il tema principale: la sicurezza degli asset ucraini, a partire dalla terre rare. Questo tesoro è infatti la merce di scambio individuata dalla nuova amministrazione Usa per continuare a fornire aiuti al Paese vittima dell’invasione russa. Allo stesso tempo, Trump ha mostrato i muscoli anche con Mosca: è pronto cioè a raddoppiare le sanzioni, specie nel settore petrolifero, per indurre il Cremlino a sedersi al tavolo delle trattative. Il senso di questa strategia è che entrambe le parti dovranno fare delle concessioni per mettere fine al conflitto. In un’intervista con il New York Post, intanto, l’inviato speciale Usa per il conflitto in Ucraina Keith Kellogg ha fatto sapere che Trump è pronto a “double down”, cioè raddoppiare o insistere, con le sanzioni alla Russia, osservando che finora l’applicazione delle misure restrittive a Mosca è stata “solo circa un tre” su una scala da uno a 10 di pressione economica. In particolare, secondo l’ex generale inviato di Trump, si potrebbero prendere di mira “la produzione e le esportazioni di petrolio”. Un’iniziativa che tuttavia sembra in contrasto con l’intenzione annunciata in precedenza dal presidente Usa di voler far pressione sulla Russia provocando una discesa dei prezzi del greggio sui mercati mondiali. Secondo Kellogg, comunque, l’obiettivo sarebbe quello di porre fine ai combattimenti prima di negoziare i complessi accordi di pace, perché “non si può uscire da questa guerra uccidendo”. Ma il Cremlino ha lamentato che dagli Stati Uniti non sono ancora arrivate proposte concrete. “Ci sono molte dichiarazioni e resoconti che vengono confutati, modificati o dichiarati bufale il giorno dopo – ha detto il portavoce Dmitry Peskov – Non abbiamo alcuna possibilità o desiderio di rispondere a ogni resoconto del genere. Finché non ci sarà qualcosa di sostanziale su questa questione, dobbiamo solo essere pazienti”.