mercoledì, Febbraio 12, 2025

La Consulta Universitaria critica la governance della Gnam

In una lettera aperta rivolta alla direzione della Gnam, la Consulta Universitaria Nazionale per la Storia dell’Arte critica la nuova “governance” della Galleria e stigmatizza la chiusura della biblioteca e degli archivi dell’istituzione, un fatto, si sottolinea che non si era mai verificato dal 1946, e per di più per un periodo così lungo e senza misure alternative di consultazione. La chiusura, afferma la Cunsta, “crea un grave danno per la comunità scientifica internazionale, per le studentesse e gli studenti di storia dell’arte che si trovano nell’impossibilità di portare avanti le loro ricerche. Chiediamo pertanto di trovare una soluzione affinché la biblioteca e gli archivi, punte di eccellenza della Galleria, vengano immediatamente riaperti al pubblico, nelle forme compatibili con le necessità di adeguamento dei locali”. Quindi “nel denunciare situazioni che rischiano di squalificare un Museo a cui siamo tutte e tutti molto legati” la Cunsta invita “ancora una volta, la Direttrice a un incontro pubblico per discutere i punti sopra menzionati e più, in generale, i suoi progetti per il futuro della Galleria”. A proposito della “governance”, l’organismo universitario torna poi “sui primi passi della conduzione della Galleria da parte dell’attuale Direttrice, architetta Renata Cristina Mazzantini” ribandendo che “la scelta di non confrontarsi con il Comitato Scientifico, organo statutario e composto da esperte ed esperti, sulle linee di politica culturale che la Direzione intende adottare nella programmazione delle iniziative della Galleria, ha reso, nei fatti, il Comitato Scientifico inutile, come del resto ha fatto intendere la Direttrice in una intervista televisiva”. Inoltre, aggiunge la Cunsta, “sono già troppe le iniziative della Galleria che poco hanno a che fare con la missione del Museo” come, si ricorda, la presentazione del libro di Italo Bocchino e il “deferimento al Mic dei dipendenti che avevano preso le distanze da quella scelta”. Quanto agli Archivi: “la Direttrice la scorsa primavera dichiarava l’intenzione di restituire ai proprietari, perché concessi in comodato d’uso e non in dono alla Galleria, due importantissime collezioni di fonti per lo studio dell’arte contemporanea italiana: gli archivi Lonzi e Bragaglia”. Ora le carte Lonzi sono state restituite all’erede e quindi depositate presso la Fondazione Lelio e Lisli Basso. “Se siamo tutte e tutti liete dell’accoglienza dell’archivio presso una così nobile istituzione romana, la sua destinazione elettiva, visti gli interessi di Lonzi, sarebbe stata la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma”.

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