sabato, Febbraio 15, 2025

L’Ue: “Trump sbaglia sui dazi, la reazione sarà ferma”

“La guerra commerciale non ha vincitori, solo sconfitti. Ma se Donald Trump vuole questo, l’Ue non si tirerà indietro”. La nuova fiammata del presidente americano sui cosiddetti dazi reciproci, che Washington minaccia di imporre da aprile, ha ridotto al minimo il parterre di leader europei che chiedevano prudenza alla Commissione nella risposta. A Bruxelles, ormai, sono pronti a un qualcosa che viene considerato quasi inevitabile. E che potrebbe allentare pesantemente, anche da un punto di vista politico, i rapporti tra Ue e Stati Uniti. La guerra dei dazi, del resto, non è che un tassello di una strategia tutta anti-Ue messa in campo da Trump, che passa dal sostegno alle estreme destre e coinvolge il dossier ucraino. Dal palco della Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, Ursula von der Leyen ha parlato con il piglio di chi ha compreso che il quadro delle relazioni transatlantiche è repentinamente cambiato. “Vogliamo continuare a cooperare con gli Usa ma le guerre commerciali e le tariffe punitive non vanno a vantaggio di nessuno. I dazi sono tasse. Fanno salire l’inflazione. Colpiscono i lavoratori, le imprese e i gruppi a basso reddito”, ha sottolineato la presidente della Commissione, ribandendo quanto già reso noto qualche ora prima in una nota ufficiale dell’esecutivo Ue. La risposta di Bruxelles sarà “ferma, chiara e proporzionata”. E partirà da un principio: l’iniziativa di Trump “è ingiustificata”, è “un passo nella direzione sbagliata”. Sebbene quello dei dazi non sia il dossier principale in agenda, non è escluso che von der Leyen ribadisca questi concetti lunedì, in un bilaterale delicatissimo che avrà luogo a Bruxelles, quello con l’inviato Usa sull’Ucraina Keith Kellogg. Ed è possibile che il tema sia sul tavolo dell’Ecofin di martedì, soprattutto per le ripercussione economiche che la mossa di Trump avrà. Mossa che non dovrebbe risparmiare nessun Paese europeo, neppure quelli “amici”, come Italia e Ungheria. Ed è questo dato ad aver portato l’Ue ad una inaspettata unità nella risposta da mettere in campo. “L’Ue prospera come una delle economie più aperte al mondo, con oltre il 70% delle importazioni che entrano a tasse zero. La tariffa media applicata dall’Ue sulle merci importate rimane tra le più basse a livello globale”, ha spiegato la Commissione smentendo, di fatto, le teorie di Trump. Da qui ad aprile, comunque, nessuno in Ue vuole chiudere la porta al negoziato. E se il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha ribadito la disponibilità dell’Italia a trattare a nome dell’Ue, alla Commissione si sono già mossi. Secondo quanto rilevato da Politico, il capo di gabinetto di von der Leyen, Bjorn Seibert, si è recato a Washington nei giorni scorsi. Palazzo Berlaymont ha confermato che “ci cono contatti in corso” con l’amministrazione Trump. Il terreno fertile per un difficile ma non impossibile compromesso è composto da due settori, innanzitutto: l’energia – ovvero lo shale gas americano – e le armi. Su entrambi l’Ue potrebbe offrire di aumentare l’import di prodotti Usa, e la sospensione del Patto di Stabilità annunciata da von der Leyen per gli investimenti nella difesa rafforzerebbe la mano tesa di Bruxelles. Nel frattempo, nella Commissione si cominciano a fare i conti. Dopo l’acciaio e l’alluminio, i dazi reciproci – ancora non precisati da Trump – e le tariffe sull’auto aumentano l’allarme degli economisti. Per l’Italia, Svimez ha stimato una perdita di 3,8 miliardi del Pil nazionale. Donald Trump ha annunciato che intende imporre nuovi dazi sulle auto importate “intorno al 2 aprile”. “Forse intorno al 2 aprile”, ha risposto il presidente alla domanda di un giornalista su quando intendeva imporre nuovi dazi doganali sulle auto in ingresso negli Stati Uniti. “L’avrei fatto il primo aprile…” ha continuato, dando l’impressione di voler evitare un simile annuncio il giorno del pesce d’aprile. “Lo faremo il 2 aprile”, ha concluso.

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