domenica, Febbraio 16, 2025

Sinner squalificato per tre mesi: accordo con la Wada.”Non aveva intenzione di barare”

Jannik Sinner è stato squalificato tre mesi per il caso Clostebol, sostanza alla quale nel marzo 2024 era stato trovato positivo (con una concentrazione inferiore a 1 miliardesimo di grammo per litro). Accordo tra il numero uno del tennis mondiale e la Wada. La squalifica è scattata il 9 febbraio e termina il 4 maggio. Sinner, che salterà 4 Masters 1000 (Indian Wells, Miami, Montecarlo e Madrid) ma potrà giocare gli Internazionali d’Italia. L’agenzia mondiale antidoping ha spiegato di “aver stipulato un accordo per la risoluzione del caso del tennista italiano Jannik Sinner, che accetta un periodo di inammissibilità di tre mesi per una violazione delle regole antidoping che lo ha portato a risultare positivo al clostebol, una sostanza proibita, nel marzo 2024”. Lo scorso settembre la Wada aveva “presentato un ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) per il caso di Sinner, che era stato giudicato esente da colpe o negligenze da un tribunale indipendente. Nonostante il ricorso, le circostanze relative a questo caso specifico hanno fatto sì che, al fine di garantire un esito equo e appropriato, la Wada fosse disposta a stipulare un accordo transattivo, ai sensi dell’articolo 10.8.2 del Codice Mondiale Antidoping”. La Wada “accetta la spiegazione dell’atleta sulla causa della violazione, così come delineata nella decisione di primo grado” e “riconosce che il signor Sinner non aveva intenzione di imbrogliare e che la sua esposizione al clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni ed è avvenuta a sua insaputa a causa della negligenza dei membri del suo entourage. Tuttavia, secondo il Codice e in virtù dei precedenti del Cas, un atleta è responsabile della negligenza del suo entourage. Sulla base dei fatti unici di questo caso, una sospensione di tre mesi è considerata appropriata. Come già detto, la Wada non ha chiesto la squalifica di alcun risultato, se non quella precedentemente imposta dal tribunale di prima istanza. La Federazione Internazionale di Tennis e l’Agenzia Internazionale per l’Integrità del Tennis, entrambe co-rispondenti all’appello del CAS della WADA, nessuna delle quali ha fatto ricorso contro la decisione di primo grado, hanno entrambe accettato l’accordo per la risoluzione del caso”.
“Il sig. Sinner sconterà il suo periodo di ineleggibilità dal 9 febbraio 2025 fino alle 23:59 del 4 maggio 2025 (inclusi quattro giorni già scontati dallatleta durante la sospensione provvisoria). In base allArticolo 10.14.2 del Codice, il sig. Sinner potrà riprendere ufficialmente l`attività di allenamento dal 13 aprile 2025. Alla luce dell’accordo” la WADA ha formalmente ritirato il suo ricorso al CAS”.
Due giorni fa il portavoce della Wada James Fitzgerald aveva ribadito la posizione dell’agenzia: “Riteniamo che la conclusione di “nessuna colpa o negligenza” non fosse corretta secondo le norme correnti, e chiede un periodo di sospensione compreso tra uno e due anni. La Wada non chiede la cancellazione di alcun risultato, salvo quelli già imposti in primo grado”. Parlando a La Stampa, ricorda come il codice mondiale antidoping sia sottoposto a continua revisione nel tempo e “sono stati gli atleti a spingere per sanzioni più severe contro i trasgressori, con il risultato che il periodo di sospensione (per sostanze non specificate) è stato allungato da due a quattro anni”. “Prendiamo atto dell’annuncio fatto dall’Agenzia Mondiale Antidoping, relativo all’accordo raggiunto con Jannik Sinner per risolvere il ricorso della Wada. Il processo originale si è svolto secondo il Codice Mondiale Antidoping e il Programma Antidoping del Tennis. A seguito di un’indagine approfondita da parte dell’ITIA (che ha incluso la consulenza di laboratori accreditati dalla WADA), abbiamo ritenuto che il giocatore avesse accertato la fonte della sostanza proibita e che la violazione fosse involontaria. Il risultato di oggi conferma questa conclusione”. È quanto si legge in una nota dell’Itia, l’agenzia internazionale per l’integrità del Tennis, che ricorda di aver riportato la questione “a una commissione indipendente che ha preso una decisione di ‘Nessuna colpa o negligenza’ e quindi nessuna sospensione sulla base dei fatti e della loro applicazione delle regole. L’esito di tre mesi è stato possibile solo grazie all’accordo tra la Wada e il giocatore”.

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