giovedì, Febbraio 20, 2025

Ucciso in una panetteria a Milano, continua la caccia al killer: escluso il regolamento di conti

L’esecuzione con oltre cinque colpi di pistola calibro 38 sparati in una panetteria-pasticceria di Milano poteva far pensare a un regolamento di conti nell’ambito della criminalità organizzata. Sembra invece che colui che ha trasformato il tranquillo negozio in un far west, uccidendo Ivan Disar, 49 anni ucraino, sposato con figli, e ferito gravemente l’autotrasportatore Pavel Kioresko, 26 anni, entrambi ucraini, abbia sparato indistintamente, per rabbia, dopo una lite o dei rancori personali con i due. Una vicenda i cui contorni saranno chiariti una volta che sarà stato preso. Gli investigatori della squadra mobile hanno una pista solida su chi sia. L’uomo ha agito a volto scoperto e non mancano i testimoni che l’hanno visto vicino alla panetteria dato che il tutto è avvenuto all’orario dell’aperitivo e il negozio si trova accanto a una enoteca e all’ingresso della metro. I due ucraini, che abitano in zona, prima hanno bevuto un drink in un bar vicino poi sono entrati in panetteria, dove erano con una donna loro connazionale che li aveva raggiunti per mangiare qualcosa. Lì sono rimasti circa un’ora prima dell’irruzione del killer. Quando gli operatori del 118 e gli investigatori della mobile con la scientifica sono arrivati sul posto lei non c’era. Si è fatta sentire, però, con i carabinieri che hanno avvertito la polizia e gli investigatori, con il pm Carlo Parodi, a lungo hanno raccolto la sua testimonianza. Così come a lungo hanno sentito il fornaio, uno storico commerciante di piazzale Gambara che avrebbe fornito elementi importanti. L’uomo era già nei pressi della panetteria quando ha deciso la spedizione punitiva che non sarebbe stata studiata e preparata ma più dettata da un’esplosione di rancore. Ivan Disar è morto poco dopo il suo ricovero in ospedale al Policlinico. Il 26enne rimasto ferito è fuori pericolo di vita, dopo essere stato operato per estrarre un proiettile in pieno petto all’ospedale San Carlo. Un secondo, sempre al petto, l’ha trapassato ed ora è ricoverato in rianimazione. I passanti della domenica in piazzale Gambara guardano il cartello con cui gli agenti della Questura hanno posto sotto sequestro il negozio. “È qui da sempre – raccontano del panettiere – una persona gentilissima, socievole”.

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