A Roma, e precisamente all’ospedale Policlinico Umberto I, sarebbero stati scambiati i vetrini delle biopsie di due uomini, uno malato e uno sano. A quest’ultimo, un 35enne al quale sarebbe stato erroneamente diagnosticato un tumore maligno, avrebbero rimosso la mandibola durante un intervento. L’uomo avrebbe subito un una paresi facciale. Non è invece nota la sorte dell’altra persona coinvolta. Sul caso indaga il pm Eleonora Fini dopo la denuncia per lesioni gravi del 35enne.Tutto sarebbe iniziato il 20 maggio 2024, quando il paziente si sarebbe recato nella clinica odontoiatrica del Policlinico per rimuovere un dente del giudizio e una cisti. Cisti che sarebbe poi stata mandata in laboratorio. “Il 10 giugno per telefono mi dicono che l’esame è positivo”, racconta Francesco, mentre il 18 giugno “mi viene detto che avevo un osteosarcoma di alto grado di malignità. È una diagnosi gravissima. Mi dicono che non ho alternative: subito demolizione della mandibola e poi via con 9 cicli di chemio. Io e la mia compagna ci siamo sentiti devastati”. Il 22 luglio, l’operazione per impiantargli una placca che ricostruisce l’osso asportato. “Quando mi sveglio, la parte destra del viso è paralizzata. Come deformata”, aggiunge il 35enne. Il 9 settembre, gli comunicano che “il nuovo esame istologico sull’osso rimosso ‘è negativo'”. “Io e la mia compagna rimaniamo confusi. Mi dicono che sono stato fortunato a essermi operato in tempo e il tumore non ha attecchito”, prosegue l’uomo. Inoltre, continua, “i medici mi dicono che forse la chemio non è più così necessaria”. Insospettito, il 35enne porta i vetrini in un laboratorio dell’Università Cattolica di Roma. “Il 25 ottobre il responso: il Dna non è il mio. Non ho più la mandibola. Ma non ho il tumore. Qualcun altro invece sta male. Molto male. Ancora adesso non so descrivere il mio stato d’animo. Sono vivo, sono sano, non ho alcuna malattia mortale, ma ho sofferto moltissimo”, conclude.