giovedì, Febbraio 27, 2025

Hamas consegna 4 corpi, liberi i primi prigionieri palestinesi 

Come da accordi, Hamas ha riconsegnato a Israele tramite la Croce Rossa i corpi di 4 ostaggi deceduti. Un autobus che trasportava alcuni prigionieri palestinesi ha poi lasciato la prigione israeliana di Ofer nella Cisgiordania occupata ed è arrivato a Ramallah pochi minuti dopo. Il gruppo è sceso dall’autobus tra gli applausi delle centinaia di persone riunite all’esterno, con alcuni degli uomini rilasciati – vestiti con giacche verdi e kefiah – sollevati in alto dalla folla. Manca ancora il rilascio di centinaia di palestinesi. Secondo Hamas, oltre 400 saranno rilasciati nella Striscia di Gaza, la maggior parte dei quali arrestata dopo il 7 ottobre. Non è ancora chiaro quando verranno rilasciati i prossimi. La prima fase del cessate il fuoco prevedeva lo scambio di 33 ostaggi israeliani in totale per circa 2.000 prigionieri e detenuti palestinesi, il ritiro delle truppe israeliane da alcune posizioni a Gaza e un afflusso di aiuti. Ma con la tregua di 42 giorni che scade sabato, non è chiaro se si realizzerà un’estensione che potrebbe vedere liberati più dei 59 ostaggi rimasti o se i negoziati possano iniziare su una seconda fase dell’accordo. Nel frattempo, in Cisgiordania, le forze israeliane reprimono i festeggiamenti per il rilascio nei pressi della prigione di Ofer, dove si prevede che 151 prigionieri saranno liberati. L’emittente pubblica israeliana Kan riferisce che l’esercito proietta un messaggio con la scritta “I nostri occhi sono puntati su di voi” su uno degli edifici che si affacciano sulla prigione. Il ministero della Sanità di Gaza ha annunciato la morte di un’altra bambina per ipotermia. Lo riferisce Al Jazeera. Sila Abdel Qader, un mese e mezzo, non è sopravvissuta all’ondata di freddo intenso e al blocco imposto da israeliano all’ingresso dei rifugi d’emergenza. “Sale a sette il numero dei bambini che sono morti di recente a causa del freddo nell’enclave”, ha affermato il dottor Munir al-Bursh, direttore generale del ministero della Sanità palestinese, è necessario “un intervento urgente parte delle istituzioni internazionali e delle Nazioni Unite per salvare i bambini di Gaza dalle conseguenze della guerra genocida condotta da Israele”. Anche in Cisgiordania la situazione è sempre più drammatica. Il capo dell’Urnwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, Philippe Lazzarini, ha scritto su X che l’intero territorio sta diventando “un campo di battaglia”, ricordando che da quando è iniziata l’operazione delle forze israeliane in Cisgiordania, cinque settimane fa, “più di 50 persone, tra cui bambini, sono state uccise”. Almeno 160 operatori sanitari di Gaza, tra cui più di 20 medici, sarebbero ancora rinchiusi in strutture di detenzione israeliane, mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità ha espresso profonda preoccupazione per il loro benessere e la loro sicurezza. Healthcare Workers Watch (HWW), una ong medica palestinese, ha affermato di avere conferme che 162 membri del personale medico della Striscia sono rimasti in detenzione israeliana, tra cui alcuni dei medici più anziani di Gaza, e altri 24 sono scomparsi dopo essere stati prelevati dagli ospedali durante il conflitto.

Muath Alser, direttore di HWW, ha affermato che la detenzione di un gran numero di dottori, infermieri, paramedici e altri operatori sanitari di Gaza è illegale ai sensi del diritto internazionale e sta aumentando la sofferenza dei civili negando loro competenze e cure mediche. “Il fatto che Israele prenda di mira la forza lavoro sanitaria in questo modo sta avendo un impatto devastante sulla fornitura di assistenza sanitaria ai palestinesi, con sofferenze estese, innumerevoli morti evitabili e l’effettiva eliminazione di intere specialità mediche”, ha affermato Alser, citato dal Guardian. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha precisato di avere verificato che 297 operatori sanitari di Gaza sono stati detenuti dall’esercito israeliano dall’inizio della guerra, ma l’organizzazione non ha dati aggiornati su quanti siano stati rilasciati o siano rimasti in detenzione. HWW ha riferito che i suoi dati mostrano che il numero è leggermente più alto, toccando la cifra di 339. L’OMS si è detta “profondamente preoccupata per il benessere e la sicurezza degli operatori sanitari palestinesi in detenzione israeliana”, dopo le segnalazioni secondo cui i detenuti nelle strutture carcerarie israeliane sarebbero regolarmente sottoposti a violenza e maltrattamenti.

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