Il Gianicolo, spesso definito l’ottavo colle di Roma, si erge tra il Vaticano e i quartieri di Monteverde e Trastevere e offre uno dei panorami più suggestivi della Capitale. Amato dai romani e dai turisti di tutto il mondo, questo luogo è uno scrigno di storia, memoria e romanticismo. Immerso in ricordi, storie e suggestioni, il Gianicolo sembra sospeso nel tempo: ogni angolo custodisce un frammento di storia, tra busti di patrioti risorgimentali, chiese cariche di spiritualità e viali alberati che sembrano sussurrare storie dimenticate. Ma tra tutti è il cannone di mezzogiorno il simbolo che più di ogni altro racchiude l’essenza di questa collina e da oltre un secolo segna il ritmo della città. Accanto a esso, il faro degli Italiani d’Argentina, sentinella luminosa di un legame indissolubile con la patria lontana e la quercia del Tasso, ombra silenziosa sotto cui riecheggiano i versi di un poeta immortale. Il Tradizionale sparo di Cannone: un segnale che resiste nel tempo Lo sparo del cannone che segna il mezzogiorno è una delle tradizioni più affascinanti di Roma, simbolo di un legame duraturo tra passato e presente che inizia nel 1847. La tradizione ha avuto inizio il 1° dicembre per volere di Papa Pio IX, che decise di adottare il colpo del cannone come segnale orario per uniformare il tempo della città e superare il disordine creato dal suono delle campane delle chiese romane. Questo colpo segnava non solo l’ora, ma anche un punto di riferimento per la vita quotidiana dei romani. Originariamente il colpo veniva sparato da Castel Sant’Angelo ma nel 1904 la tradizione venne trasferita al Gianicolo. Durante la Seconda Guerra Mondiale, a partire dal 1939, la cerimonia fu sospesa e sostituita dal suono di una sirena, ma nel 1959, per celebrare il 2712° anniversario della fondazione di Roma, il cannone tornò a risuonare, confermando il legame indissolubile tra la città e la sua storia. Oggi, il colpo di cannone è eseguito dall’Esercito Italiano, grazie a una convenzione stipulata con il Comune di Roma Capitale. Il sistema d’arma attualmente utilizzato è un obice calibro 105/22 che ha sostituito i precedenti cannoni utilizzati dalla fine del XIX secolo, passando attraverso diverse modifiche. Il cannone, affettuosamente soprannominato “il mostro”, è un esempio di come la tradizione si sia evoluta nel tempo, mantenendo però inalterato il significato di questa cerimonia. Il Cerimoniale: precisione e coordinazione nell’esecuzione del colpo di mezzogiorno Ogni giorno il colpo di cannone viene sparato con precisione da una squadra di militari esperti del Comando Artiglieria che eseguono il servizio secondo una ritualità ben consolidata. Il personale coinvolto è composto da diverse figure: il Capo pezzo, il Tiratore, il Caricatore e, nei casi di eventi speciali, alcuni Serventi al pezzo. Il lavoro di squadra è sostanziale per garantire la corretta esecuzione del cerimoniale che coinvolge operazioni come la messa in batteria, il caricamento e lo sparo del cannone. Il munizionamento utilizzato è un colpo a salve calibro 105 mm, appositamente realizzato per scopi cerimoniali, che genera una deflagrazione visibile e acustica. La polvere nera contenuta nella munizione esplode all’interno della canna del cannone creando una scena suggestiva di fumo e suoni che risuonano nel cielo di Roma, come un ricordo continuo delle sue radici storiche.