Nulla cambia nella gestione dei migranti da parte del Viminale anche dopo la sentenza della Cassazione che ha obbligato il governo a risarcire gli eritrei che erano a bordo della nave Diciotti e che per sei giorni furono tenuti in mare: per il ministero dell’Interno quella sentenza è “ininfluente”. La sentenza con cui le sezioni unite della Cassazione hanno accolto il ricorso di un gruppo di migranti eritrei, che nel 2018 erano stati tenuti per sei giorni a bordo della nave Diciotti per decisione dell’allora ministro dell’interno Matteo Salvini, obbligando il governo a risarcire il danno procurato, non cambierà la gestione attuale dell’immigrazione irregolare dal nord Africa e sulle questioni a ciò connesse, dall’assegnazione dei porti di sbarco alle navi delle Ong che operano nel Mediterraneo centrale ai rapporti con i principali paesi di partenza e transito, in primis la Tunisia e la Libia. Il giorno dopo la sentenza che ha riacceso lo scontro tra governo e magistratura, è questa la lettura del provvedimento che viene data al Viminale, sulla base dell’analisi tecnica effettuata dagli esperti. “Assoluta tranquillità” è il messaggio che arriva dal ministero dell’Interno dove si osserva, innanzitutto, che dalla Consulta “si sono limitati a affermare un principio, peraltro non condivisibile. Ma la concreta determinazione di un possibile risarcimento a favore del singolo ricorrente ospitato a bordo della nave Diciotti viene rimessa alla Corte d’Appello”.
Il risarcimento stabilito in altro processo Significa che un altro giudice dovrà esprimersi. Dunque, al di là della affermazione di principio, al ministero seguiranno la questione per vedere “quale sarà l’esito pratico di queste quantificazioni in relazione al presunto, eventuale, danno che avrebbero ricevuto dei migranti per essere stati ospitati a bordo di una nave militare italiana, dove sono stati accuditi e rifocillati in seguito ad un salvataggio avvenuto in acque internazionali di competenza non italiana dove si trovavano a bordo di imbarcazioni di fortuna in balia delle onde”. “L’opinabilità delle conclusioni di principio a cui sono addivenute le sezioni unite” sempre secondo il Viminale, troverebbe invece “conferma nel fatto che a tale pronunciamento si è arrivati dopo che la causa presentata dai migranti era stata rigettata in primo grado e in appello.
Ed anche in Cassazione è stato richiesto il rigetto dallo stesso procuratore generale, proprio a testimonianza che la tesi del ricorrente è quantomeno opinabile”. Nella sentenza, le sezioni unite hanno affermato che “va certamente escluso che il rifiuto dell’autorizzazione allo sbarco dei migranti soccorsi in mare, protratto per dieci giorni, possa considerarsi quale atto politico sottratto al controllo giurisdizionale”. Ed inoltre, dicono ancora i supremi giudici, lo sbarco dei profughi va organizzato “nel più breve tempo ragionevolmente possibile”.
Migranti da risarcire, il Viminale: “La sentenza della Cassazione è ininfluente”
