mercoledì, Marzo 12, 2025

Il 98% degli operatori sanitari del Lazio ha subito aggressioni

Una ricerca allarmante condotta dalla Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza (SIMEU) ha rivelato che il 98% degli operatori sanitari che lavorano nei servizi di emergenza ha subito almeno una forma di aggressione durante la propria carriera. Un dato che evidenzia la crescente violenza nei confronti del personale medico e sanitario e che sta mettendo a rischio la qualità delle cure e la sicurezza di chi lavora nei pronto soccorso. La violenza fisica rappresenta la forma più comune, colpendo il 54% degli intervistati. La situazione sta infatti peggiorando la qualità delle cure, riducendo l’empatia e la capacità di ascolto degli operatori sanitari, con inevitabili ripercussioni sulla salute dei pazienti. Secondo il sondaggio condotto su circa 500 professionisti del settore, il 10% degli intervistati afferma che lascerebbe il lavoro nei pronto soccorso se ne avesse la possibilità, con il 90% che denuncia un ambiente di lavoro segnato da problematiche non legate esclusivamente all’emergenza sanitaria, come gli accessi non urgenti e le lunghe attese, che aggravano la situazione. Inoltre, il 64% dei professionisti ammette di aver cambiato il proprio atteggiamento nei confronti dei pazienti a causa delle aggressioni, dimostrando come la violenza possa compromettere il rapporto di fiducia necessario per una cura efficace. Francesco Rocca, presidente della Regione Lazio, ha risposto duramente a questa situazione, definendo le aggressioni al personale sanitario come un “fenomeno assurdo e disgustoso”. In un post su Facebook, ha dichiarato: “Che senso ha fare del male a chi cerca di alleviare le ferite, di guarire, di proteggere la dignità della vita?”. Rocca ha poi sottolineato l’impegno della Regione Lazio nel combattere la violenza contro gli operatori sanitari. “Uno dei nostri primi atti è stato quello di riportare presidi di polizia negli ospedali, in collaborazione con il Viminale. A breve partirà un progetto sperimentale in alcune strutture sanitarie della Regione Lazio, con l’obiettivo di monitorare e ridurre le violenze contro i nostri operatori, potenziando le tecnologie, la formazione e l’addestramento per il nostro personale”, ha spiegato Rocca. Inoltre, il presidente della Regione ha sottolineato che è necessario un “cambio di passo culturale” e ha fatto appello alle istituzioni affinché ogni giorno facciano la loro parte per arginare il fenomeno. Rocca ha concluso ribadendo l’importanza di difendere la sicurezza degli operatori sanitari, affinché possano svolgere il loro lavoro in un ambiente sicuro e rispettato, e per migliorare la qualità del servizio sanitario pubblico. La SIMEU, a sua volta, ha lanciato un appello per un miglioramento delle condizioni di lavoro e per un’educazione continua dei cittadini sul valore del servizio sanitario nazionale. La violenza contro gli operatori non solo mette in pericolo chi lavora negli ospedali, ma danneggia anche la qualità delle cure ricevute dai pazienti. La soluzione, secondo SIMEU, è un maggiore investimento nelle strutture e nella comunicazione tra il personale sanitario e i cittadini. La Regione Lazio, con l’iniziativa annunciata dal presidente Rocca, spera di poter invertire questa tendenza e rendere le strutture sanitarie luoghi sicuri dove il personale può lavorare serenamente, a beneficio della salute di tutti.

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