La situazione dei granchi blu nella palude di Torre Flavia rappresenta un caso emblematico di invasione biologica che sta avendo un impatto significativo sull’ecosistema locale. Questi molluschi alieni, presenti ormai da quasi tre anni, stanno alterando l’equilibrio della fauna autoctona, come dimostrato dalla loro capacità di spodestare altre specie, come i gamberi americani. La cattura dei granchi blu, avviata in collaborazione con l’Università di Roma 3 e sostenuta da un finanziamento della Regione Lazio, è una risposta necessaria per contenere la loro proliferazione. La palude di Torre Flavia, gestita dalla Città Metropolitana, non è solo un habitat per diverse specie di uccelli, ma anche un’importante risorsa per l’educazione ambientale e il turismo sostenibile. Ogni anno, l’area attira migliaia di visitatori, tra cui scuole e appassionati di natura, che vengono a osservare la biodiversità locale. Tuttavia, la presenza dei granchi blu e delle tartarughe americane, anch’esse invasive, minaccia questa ricchezza naturale. Corrado Battisti, gestore della palude, sottolinea l’importanza di catturare i granchi, suggerendo anche che possano essere consumati, per incentivare la pesca da parte della comunità locale. La cattura dei granchi blu è quindi vista non solo come una necessità ecologica, ma anche come un’opportunità per coinvolgere la popolazione nella gestione dell’ambiente. Inoltre, l’invasione di specie aliene come i granchi blu ha ripercussioni anche sull’industria della pesca, in particolare sugli allevamenti di vongole, contribuendo all’aumento dei prezzi al consumo. La situazione evidenzia la complessità delle interazioni ecologiche e l’importanza di strategie di gestione integrate per affrontare le sfide poste dalle specie invasive.