sabato, Marzo 22, 2025

Addio a George Foreman, leggenda della boxe: sfidò Alì nel 1974 a Kinshasa. Fu due volte campione del mondo

di Alessandro Ceccarelli

George Foreman è stato un pugile che ha letteralmente vissuto due volte nel mondo della boxe. La prima parte della sua straordinara carriera ebbe inizio con la medaglio d’oro alle Olimpiadi in Messico del 1968. Divenne professionista l’anno seguente e conquistò il titolo mondiale nel gennaio 1973 annientando letteralmente Joe Frazier. Poi sconfisse in due round Ken Norton in Venezuale nel marzo del 1974. A quel punto sembrava fosse un pugile imbattibile. Aveva costruito il suo mito sulla potenza fisica e sulla brutalità dei colpi. Quando incontro Muhammad Alì nell’ottobre del 1974 nello Zairo le sue certezze crollarono e perse per ko all’ottavo round. Per Foreman fu un trauma devastante. Per un anno e mezzo non salì sul ring: era caduto in depressione. La prima parte della sua carriera si concluse nel 1977 a 28 anni dopo un’altra imprevista sconfitta contro Jimmy Young. Abbracciò la fede e per dieci anni sparì dalla ribalta della boxe. Incredibilmente nel 1987 tornò sul ring visibilmente appesantito all’età di 38 anni. George Foreman non scherzava e non era solo una questione finanziaria. Volevo tornare campione del mondo. Nel 1994 avvenne il miracolo: vent’anni dopo la sconfitta con Alì tornò campione del mondo all’età di 45 anni sconfiggendo Michael Moorer. Si ritirò definitivamente nel 1997 all’età di 48 anni.

Mondo della boxe in lutto. E’ morto all’età di 76 anni l’ex campione dei pesi massimi George Foreman, che ha combattuto e perso contro Muhammad Alì nell’iconico “Rumble in the Jungle” del 1974 a Kinshasa, prima di riprendersi il titolo due decenni dopo. Lo ha reso noto la sua famiglia sulla pagina Instagram del pugile. “Con profondo dolore, annunciamo la scomparsa del nostro amato George Edward Foreman Sr, che se n’è andato serenamente circondato dai suoi cari”.
Il saluto della famiglia Nel post diffuso dalla famiglia Foreman viene ricordato come l’ex pugile fosse “una persona di grande umanità, un olimpionico e due volte campione del mondo dei pesi massimi, profondamente rispettato”. E ancora “una forza sempre rivolta al bene, un uomo di disciplina, forti convinzioni e custode della sua eredità morale, che ha combattuto instancabilmente per preservare il suo buon nome per la sua famiglia. Siamo grati per l’effusione di amore e preghiere e chiediamo gentilmente la privacy mentre onoriamo la vita straordinaria di un uomo che abbiamo avuto la fortuna di condividere”.
La carriera Foreman, campione olimpico per gli Stati Uniti ai Giochi di Città del Messico 1968, nella carriera da professionista (impreziosita da 76 vittorie e 68 successi per ko a fronte di sole 5 sconfitte) è stato per due volte campione dei pesi massimi. Passato tra i professionisti nel 1969, quattro anni più tardi conquistò il titolo mondiale sconfiggendo Joe Frazier, fino a quel momento considerato imbattibile. Ma il nome di Foreman rimarrà per sempre legato al match più famoso di tutti i tempi. Nel 1974, in Zaire, da detentore del titolo affrontò Muhammad Ali nella sfida battezzata “Rumble in the jungle” e venne sconfitto all’ottavo round per ko cedendo così la corona all’età di 25 anni. Tre anni dopo decise di ritirarsi, cambiò il proprio stile di vita e si avvicinò alla religione, divenendo un ministro ordinato. Tornò sul ring nel 1987 iniziando la seconda fase della sua carriera. Nel 1994, a 45 anni, sconfisse Michael Moorer e divenne nuovamente campione del mondo. L’ultimo match, nel 1997, fu quello perso contro Shannon Briggs. Si ritirò a 48 anni.

Articoli correlati

Ultimi articoli