sabato, Marzo 22, 2025

Turchia: 300mila in piazza contro il governo di Erdogan dopo l’arresto di Imamoglu

Gli scontri di Istanbul del marzo 2025 sono scoppiati in seguito all’arresto del sindaco Ekrem İmamoğlu, principale rivale politico del presidente Recep Tayyip Erdoğan, avvenuto il 19 marzo. İmamoğlu, leader del Partito Popolare Repubblicano (CHP), è stato accusato di corruzione e presunti legami con il PKK, considerato un’organizzazione terroristica da Ankara. L’arresto, effettuato all’alba, ha scatenato un’ondata di proteste non solo a Istanbul, ma anche in altre città come Ankara e Smirne, nonostante il divieto di assembramenti imposto dalle autorità fino al 23 marzo. Le manifestazioni hanno visto centinaia di migliaia di persone scendere in piazza, sfidando le restrizioni. A Istanbul, i dimostranti si sono radunati davanti al municipio e hanno tentato di marciare verso Piazza Taksim, simbolo di resistenza. La polizia ha risposto con gas lacrimogeni, proiettili di gomma e idranti, arrestando decine di persone, tra cui studenti universitari che hanno protestato in vari atenei. La Turchia “non sarà consegnata al terrorismo di strada”, minaccia il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in riferimento alle proteste che si sono tenute in questi giorni contro l’arresto del sindaco di Istanbul, Ekrem İmamoğlu, ritenuto il suo principale rivale alle prossime presidenziali (2028). “La via che il presidente del Chp (il Partito popolare repubblicano, che fu di Atatürk ed è il maggior movimento di opposizione a Erdogan, ndr) ha indicato, non dimenticatelo, è un vicolo cieco” ha aggiunto il capo dello Stato, come riferisce Anadolu. Erdogan lo ha detto dopo che Özgür Özel, presidente del Chp, ha convocato nuove manifestazioni per questa sera, dopo quelle tenutesi ieri nella metropoli sul Bosforo e in altre città del Paese. “Da ora in poi, nessuno si aspetti che il CHP faccia politica in sale o edifici. Da ora in poi, saremo nelle strade e nelle piazze” ha avvertito ieri sera Ozel di fronte al Comune di Istanbul, dove migliaia di dimostranti si sono radunati per la seconda notte di fila a sostegno del sindaco. Ekrem Imamoglu è stato arrestato mercoledì all’alba nella sua residenza con l’accusa di corruzione e legami con il terrorismo. Imamoglu è stato interrogato dalla polizia per quattro ore. Il sindaco ha negato tutte le accuse, secondo quanto riportato dal quotidiano Cumhuriyet e altri media. Sabato sera dovrebbe essere trasferito in tribunale per essere interrogato dai procuratori. Il suo arresto ha scatenato le più grandi proteste dal 2013, quando la Turchia fu scossa da manifestazioni anti-governative di massa che causarono la morte di otto persone. La prefettura di Istanbul ha comunicato, intanto, di avere chiuso per 24 ore le principali strade che portano verso la sede del Comune, dove è in programma questa sera una manifestazione contro l’arresto di İmamoğlu, in custodia in base a varie accuse tra cui corruzione e terrorismo. Sono bloccate tutte le principali strade della penisola storica della città, dove si trova il Comune, in piazza Sarachane, e la zona è presidiata da centinaia di agenti di polizia e mezzi blindati. Anche la centrale piazza Taksim è completamente transennata e presidiata da agenti. Inoltre, due ponti e diverse strade principali che conducono alla sede municipale sono rimasti chiusi al traffico per 24 ore. In totale, secondo un conteggio dell’agenzia di stampa AFP, da mercoledì si sono svolte proteste in almeno 32 delle 81 province turche.

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