domenica, Marzo 30, 2025

Ancora proteste a Gerusalemme e a Gaza. Israele uccide il portavoce di Hamas, i nuovi morti sono più di 860

Il portavoce di Hamas, Abdel Latif al-Qanou, sarebbe stato ucciso in un attacco aereo israeliano nel nord di Gaza. Lo riferisce l’agenzia di stampa Shehab, affiliata ad Hamas, citata da ‘The Jerusalem Post’. Fonti mediche parlano anche di diversi feriti nel bombardamento della tenda in cui viveva al-Qanou, a Jabalia. Attacchi aerei israeliani sono stati effettuati nella città costiera di Latakia, nel nord-ovest della Siria. Lo riporta l’Agenzia nazionale siriana (Sana), senza specificare se i raid dell’Idf abbiano causato vittime. “Bombardamenti senza sosta e ordini giornalieri di evacuazione stanno avendo un impatto devastante sull’intera popolazione di più di due milioni di persone” a Gaza. Lo ha detto il portavoce dell’Onu nel suo bollettino quotidiano. Almeno 860 persone sono morte nella Striscia di Gaza dalla ripresa dei raid israeliani nell’enclave palestinese, il 18 marzo scorso, dopo una tregua di due mesi. Il ministero della Sanità di Gaza precisa in un comunicato che sono almeno 38 i palestinesi uccisi nelle ultime 24 ore. Dall’inizio del conflitto, il 7 ottobre 2023, i morti sono 50.183. L’agenzia per gli Affari umanitari segnala che nella Striscia lo “spazio di sopravvivenza delle famiglie si sta restringendo”. Proprio oggi, ha ricordato, “un altro ordine di evacuazione ha raggiunto i quartieri di Gaza, in seguito a razzi sparati da gruppi armati palestinesi. Quest’ordine riguarda il 17 per cento di Gaza, circa 61 chilometri quadrati”. “In appena una settimana, 142mila persone sono state sfollate e il numero è destinato ad aumentare”, ha sottolineato. Dalla fine del cessate il fuoco, il 2 marzo, nessun aiuto umanitario è entrato a Gaza. “Niente cibo, niente acqua, niente medicine, niente forniture”. Lo ha detto Juliette Touma, direttrice della comunicazione dell’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) in una conferenza stampa a Bruxelles. Per Touma si tratta dell'”assedio più lungo che sia stato posto su Gaza” dall’inizio della guerra. “Tutto questo minaccia la vita e la sopravvivenza dei civili. La gente è assolutamente esausta” ha evidenziato. Decine di residenti di Khan Younis, nel sud di Gaza, hanno sfilato in corteo gridando “fuori Hamas”. E’ la terza manifestazione nel giro di poche ore nella Striscia. I video postati sui social da Gaza mostrano i manifestanti che urlano contro l’organizzazione fondamentalista. “L’ondata di appelli a rovesciare il governo di Hamas ha raggiunto Khan Younis, la gente qui dice che Hamas è un’organizzazione terroristica”, si legge in uno dei tanti messaggi social dall’enclave, “questa inondazione deve estendersi fino a ogni quartiere, ogni tenda palestinese in tutta Gaza”. C’è anche il corrispondente del quotidiano giapponese Asahi Shimbun tra gli ultimi giornalisti uccisi da Israele nella Striscia di Gaza. Si tratta del 29enne Mohammed Mansour, morto durante l’esplosione di un missile nella sua casa di Khan Younis, nel sud di Gaza, dove viveva con la moglie e il figlio neonato, le cui sorti sono ancora in fase di accertamento. Lo riferisce lo stesso giornale, mentre l’altra vittima, in base a quanto dichiarato da Al Jazeera, è il corrispondente Hossam Shabat, di 23 anni. Le Forze di Difesa Israeliane (Idf) affermano che Shabat era un combattente del gruppo militante palestinese Hamas, mentre non hanno fatto alcun riferimento a Mansour. In un comunicato, il quotidiano con sede a Tokyo – che ha una tiratura di oltre 3.300.000 lettori al giorno, ha dichiarato che “Gli attacchi contro i civili, compresi i giornalisti, non possono essere tollerati in nessuna circostanza”, ricordando che il numero totale dei giornalisti morti a Gaza, da quando Israele ha lanciato l’offensiva militare nell’ottobre 2023, è di 208.

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