C’è una domanda che assilla i comitati della Tuscia da quando hanno saputo che ben 21 su 51 aree individuate come idonee – in tutta Italia – per ospitare scorie nucleari si trovano nel Viterbese. E la domanda è “perchè?” Ormai da anni va avanti la mobilitazione che il prossimo 6 aprile sfocerà in un corteo. Partenza dal parco archeologico di Vulci, con trattori e butteri a cavallo. Insieme cittadini e sindaci del territorio, per dire no al deposito Nazionale da 150 ettari destinato ad ospitare circa 95.000 metri cubi di scorie. Il timore è di pesanti ricadute per il comparto agricolo e turistico. I comitati, inoltre, contestano i criteri selettivi.