A Gaza, almeno 15.000 bambini sono stati uccisi negli attacchi israeliani dal 7 ottobre 2023. Lo ha riferito ad Al-Jazeera un funzionario dell’Ong Save the Children, aggiungendo che a Gaza ci sono 1,9 milioni di persone sfollate. La stessa fonte ha denunciato “gli attacchi indiscriminati contro civili e operatori sanitari” e che “non esiste un posto sicuro per bambini, civili e operatori sanitari” nella Striscia di Gaza. Il responsabile di Save The Children, la cui identità non viene precisata, ha chiesto ai governi e alla comunità internazionale di “esortare le parti in conflitto a fornire protezione ai bambini”. Ha inoltre ricordato che “il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha la responsabilità di garantire la protezione dei bambini e dei civili”. Save the Children ha più di 50 camion carichi di aiuti ma non può consegnarli a causa del blocco israeliano in vigore da metà marzo. E’ ancora molto parziale il bilancio del raid israeliano in corso nella parte centrale e meridionale della Striscia di Gaza. Secondo Al Jazeera, almeno due persone sono state uccise a ovest della citta’ di Deir el-Balah, dove le forze israeliane (Idf) hanno bombardato un edificio residenziale, ferendo anche diverse persone. L’attacco e’ avvenuto dopo che l’esercito israeliano ha emesso ordini di evacuazione forzata per i palestinesi che vivono in cinque quartieri di Deir el-Balah, da dove Hamas ha lanciato almeno 10 razzi verso Israele ieri sera. Nelle scorse ore sono stati colpiti piu’ bersagli anche i’ a Khan Younis, con finora un bilancio di almeno 11 morti in due episodi distinti. Secondo quanto riferito da Al Jazeera, nove persone hanno perso la vita all’interno di una casa di proprieta’ della famiglia Al Naffar, colpita dalle bombe israeliane.
Il Palestinian Information Center e il Quds News Network hanno inoltre riferito di due morti in un attacco a una tenda che ospitava dei giornalisti, vicino al Nasser Medical Complex, sempre a Khan Younis. E’ stato ucciso un giornalista identificato come Helmi al-Faqawi, mentre altri sette colleghi sono rimasti feriti. La seconda vittima e’ Yusuf Al-Khazandar, un giovane che si trovava nella zona al momento dell’attacco.
In una dichiarazione, il Palestinian Journalists Forum ha descritto l’attentato come un “crimine atroce e un deliberato attacco ai giornalisti che ha violato tutte le leggi e le convenzioni internazionali”. Un funzionario palestinese ha detto all’AFP che le forze israeliane hanno ucciso un adolescente americano in Cisgiordania domenica, l’esercito israeliano replica di aver ucciso un “terrorista” che stava lanciando pietre verso i veicoli. Un ragazzo di 14 anni, Omar Muhammad Saadeh Rabee, è stato “ucciso a Turmus Aya, aveva la nazionalità americana”, ha detto il sindaco della città, Adib Lafi Shalabi. In una dichiarazione, l’esercito israeliano risponde di aver ucciso “un terrorista”: “I soldati hanno identificato tre terroristi che stavano lanciando pietre in direzione dell’autostrada, mettendo in pericolo i civili” che viaggiavano lì, ha detto. “I soldati hanno aperto il fuoco eliminando un terrorista e colpendo altri due terroristi”, ha continuato l’esercito israeliano. “Avevano ancora le divise della Mezzaluna e fori di proiettile sulla fronte. Chi ha fatto fuoco ha mirato bene” ha detto a Repubblica il dottor Ahmad Al-Farra, 55 anni, primario di Pediatria dell’ospedale Nasser di Khan Yunis. Ieri un video pubblicato dal New York Times smentisce la versione ufficiale data dall’Esercito israeliano che inizialmente aveva detto di essersi trovato davanti a soggetti sospetti e senza nessuna evidente segnale identificativo. L’Idf ha poi ammesso di aver sbagliato e ha aperto un’inchiesta. Intervistato da Fabio Tonacci, il medico testimone che per primo il 30 marzo scorso ha potuto vedere i cadaveri dei paramedici ritrovati nella fossa comune scavata non lontano dal luogo dove sono state assaltate le ambulanze e gli altri mezzi del convoglio di soccorso. È lui che ha fatto una prima analisi delle salme. “Per me ci sono pochi dubbi, è stata un’esecuzione. Li hanno uccisi pur sapendo che erano operatori umanitari”, ha detto. Il sanitario ha spiegato i motivi che lo spingono a parlare di “esecuzione”: “Ho visto che tre corpi avevano ai polsi i segni dei lacci. Qualcuno gli ha legato le mani prima di sparargli. Quando li hanno portati in ospedale avevano ancora le divise della Mezzaluna addosso, come è possibile sbagliarsi? Li hanno colpiti deliberatamente”, ha affermato. “Ne ho visti diversi ma non tutti, perché c’era troppa gente e troppa confusione nella sala. Quelli che ho potuto esaminare avevano fori di proiettile sulla fronte e sulla parte alta del torace, anche questo mi fa pensare a un’esecuzione. Chi ha sparato ha mirato bene, questo è molto chiaro”. Continua incalzato dal giornalista. “Dallo stato in cui si trovavano, si capiva che erano passati circa 7 giorni dal momento del decesso. Avevano molta sabbia addosso perché li hanno interrati in una sorta di fossa comune. Di sicuro non sono morti per un raid aereo, tutte le ferite che ho visto erano da arma da fuoco”. E c’è un sopravvissuto l’unico della strage che però “No, credo che abbia paura a parlare ancora, teme ritorsioni per la sua famiglia che sta a Gaza”. “Ogni giorno muoiono cento palestinesi. La palese bugia dell’esercito israeliano che all’inizio ha detto che le ambulanze avevano le luci spente e avanzavano in modo sospetto ora ha attirato l’attenzione del mondo, ma qui si muore ogni giorno sotto il fuoco dei soldati. È un massacro che va fermato, ma nessuno dice niente a Israele. E temo che anche questa volta andrà così”.
Israele uccide 46 persone in 24 ore. Save The Children: “15mila bambini morti”
