lunedì, Aprile 14, 2025

Report dell’Istat: produzione industriale a febbraio -0,9%, -2,7% anno

L’andamento negativo dell’indice destagionalizzato della produzione industriale in febbraio 2025, con una diminuzione dello 0,9% rispetto al mese precedente e del 2,7% su base annua, evidenzia una fase di contrazione persistente nel settore industriale italiano. Questo è il 25esimo calo consecutivo su base annua, il che segnala una situazione preoccupante per l’economia. L’osservazione che tutti i principali raggruppamenti di industrie siano in flessione, tranne l’energia, indica una contrazione generalizzata nella produzione industriale, che potrebbe influenzare negativamente l’occupazione e investimenti nel settore. L’unico comparto in crescita, l’energia, potrebbe riflettere cambiamenti nella domanda o nell’approvvigionamento energetico, ma serve un’analisi più approfondita per comprendere le ragioni di questa tendenza. È importante monitorare le politiche economiche e gli interventi necessari per stimolare la crescita e superare questa fase di declino. La situazione attuale richiede strategie efficaci da parte del governo e delle imprese per uscire da questa prolungata crisi nella produzione industriale. Ocse ed Fmi negli ultimi mesi hanno ipotizzato una crescita per l’Italia rispettivamente allo 0,7% nel 2025 e allo 0,9% per il 2026. Il dossier dei dazi, invece, non sarebbe destinato ad impattare direttamente sul testo del nuovo Def in quanto sarebbe ancora troppo presto per elaborare delle proiezioni affidabili vista l’incertezza sul punto finale delle tariffe imposte dall’amministrazione Usa di Donald Trump. Non dovrebbe ancora figurare nemmeno la programmazione sulla spesa militare, il tema sarebbe ancora al centro di delle elaborazioni da parte della Ragioneria. Il testo del nuovo Documento, secondo le regole stabilite con la riforma del Patto di Stabilità, dovrebbe contenere dunque un resoconto sullo stato di attuazione del Psb e le stime dello scenario macroeconomico a legislazione vigente. Le opposizioni avevano richiesto invece che il governo fornisse anche delle previsioni sul quadro programmatico e su un arco temporale quadriennale. In autunno, poi, prima della legge di bilancio, dovrebbe arrivare un aggiornamento del documento con proiezioni fino al 2028. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti da due anni e mezzo ricorda che l’approccio scelto per i conti pubblici è quello della “prudenza”, visto il macigno da quasi 3 mila miliardi di debito che grava sulle finanze statali. Uno degli impegni principali presi con il Psb è proprio quello di riportare il rapporto deficit/Pil sotto al 3% già nel 2026.

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