Alberto Stasi potrà stare fuori dal carcere di giorno e non solo per lavorare: ha ottenuto la semilibertà. Lo ha deciso il Tribunale di Sorveglianza di Milano. Il 41enne, condannato in via definitiva nel 2015 a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi nel 2007, potrà prendere parte ad attività di reinserimento sociale, e dovrà tornare la sera al carcere di Bollate. “Apprezzo molto che il Tribunale di Sorveglianza abbia riconosciuto la mia correttezza” dice Alberto Stasi, mostrando soddisfazione per la concessione ottenuta. “Siamo contenti e soddisfatti della decisione del tribunale, ma siamo allo stesso tempo rammaricati per le notizie che sono circolate da mercoledì in merito all’intervista concessa dal mio assistito a ‘Le Iene’ “, ha detto a ”LaPresse” Giada Bocellari, legale insieme di Antonio De Rensis, di Alberto Stasi. “Inoltre – ha aggiunto il legale -secondo il tribunale, nella stessa intervista Stasi mostra empatia nei confronti di Chiara Poggi e questo ha convinto il tribunale a non tenerne conto”. “Alberto è molto contento, lo champagne lo teniamo per i prossimi step, cioè Pavia: non avete capito che a noi interessa più la verità della libertà”, ha specificato l’avvocato Bocellari. La notizia della concessione della semilibertà ad Alberto Stasi è arrivata a casa Poggi, a Garlasco, con il telegiornale regionale. La madre di Chiara, Rita Preda, si prepara all’ennesimo assedio di tv e giornali, ma ancora una volta non si sottrae a un primo, telegrafico commento: “L’abbiamo saputo poco fa – dice contattata telefonicamente dall’Ansa – Proviamo solo, ancora una volta, tanta amarezza. Speriamo solo di non incontrarlo mai”. La difesa di Stasi, con gli avvocati Giada Bocellari e Antonio De Rensis, aveva prodotto un carteggio del direttore del carcere, il dottor Leggieri, in cui si legge che “non si sono rilevate infrazioni alle prescrizioni”. La decisione del tribunale di Sorveglianza ha tenuto conto del comportamento carcerario di Stasi, detenuto dal dicembre 2015, delle relazioni degli educatori del penitenziario e dell’attività lavorativa svolta all’esterno in regime di articoli 21 e autorizzata dal carcere. “Per l’intervista non c’era bisogno di alcuna autorizzazione e i toni delle sue dichiarazioni sono stati pacati”, hanno fatto osservare, stando a quanto riferito dalla difesa di Alberto Stasi, i giudici della Sorveglianza di Milano nel provvedimento con cui hanno concesso la semilibertà: “Ci tengo ad evidenziare – ha spiegato l’avvocato Giada Bocellari – ed è la cosa a cui tengo di più, che il provvedimento affronta anche il tema dell’intervista, evidenziando quello che già il carcere aveva evidenziato, ossia che l’intervista non necessitava di alcuna autorizzazione e quindi non è stata violata alcuna prescrizione”. Ci sono anche “ulteriori due considerazioni aggiunte dai giudici: non ha alcun divieto di parlare coi giornalisti e quell’intervista aveva dei toni assolutamente pacati”. “Mettiamo un punto – ha concluso la legale – anche su questa strumentalizzazione delle dichiarazioni del procuratore generale, che non erano propriamente quelle che sono uscite. Aveva tutti i requisiti per accedere alla semilibertà e quindi bene così”. Quello odierno è un altro passo verso la libertà per Stasi che già da tempo lavora fuori dal carcere si avvicina alla data di scarcerazione. A Stasi infatti, in carcere da dieci anni, sulla carta mancano solo 4 anni e pochi mesi per finire di scontare la pena. E, comunque, tra non molto potrà chiedere pure un’altra misura alternativa alla detenzione: l’affidamento in prova ai servizi sociali. In quel caso, niente più carcere per lui e sconterà la restante pena con la misura alternativa, svolgendo lavori socialmente utili. Aggiungendo, poi, anche la liberazione anticipata potrebbe finire di scontare la pena nel 2028.
Stasi ottiene la semilibertà. Il legale: “A noi interessa di più la verità”
