Il nuovo movimento che si oppone al progetto di Porta d’Italia si sta strutturando attraverso l’unione di associazioni e forze politiche nei Comuni di Fiumicino, Cerveteri, Ladispoli, Santa Marinella, Tolfa, Allumiere e Civitavecchia. La scelta di uscire dalla città metropolitana di Roma Capitale per costituire una nuova provincia suscita preoccupazioni riguardo alle risorse e ai servizi che questi comuni potrebbero perdere. Il Comitato, che sta organizzando assemblee itineranti per informare i cittadini, sottolinea come i Consigli Comunali abbiano presa questa decisione senza un coinvolgimento adeguato della popolazione. La nuova provincia, definita Porta d’Italia, nascerà con limitate possibilità economiche e risorse, facendo leva principalmente su entrate derivate da multe stradali, e non avendo la capacità di attingere a tasse aeroportuali e portuali, che rimarranno alla capitale. Inoltre, i promotori del progetto hanno promesso un aumento dei posti di lavoro, ma molti ritengono che le stime siano irrealistiche rispetto all’organizzazione attuale. Città come Tarquinia, Monteromano, Bracciano e Anguillara hanno già espresso un parere contrario, contribuendo a un clima di incertezza e dissenso nei confronti di questa proposta. Le inquietudini riguardanti il debito consolidato che la nuova provincia erediterà, legato a mutui pregressi della città metropolitana, amplificano le perplessità sui benefici reali e sulla sostenibilità economica del nuovo ente.