Il giudice dell’udienza preliminare di Roma dovrà decidere la prossima settimana sulla richiesta di rinvio a giudizio per omicidio volontario nei confronti di Di Nawela Kevinda, 31enne originario dello Sri Lanka, che lo scorso 2 giugno fu arrestato dopo aver massacrato di botte un poliziotto di 94 anni. Kevinda aveva iniziato proprio quello stesso giorno a lavorare come badante presso l’anziano. Il figlio della vittima, dopo ripetute telefonate andate a vuoto, aveva raggiunto l’abitazione del padre per assicurarsi che stesse bene, ma lo trovò invece riverso a letto e ricoperto di lividi. L’uomo raccontò di essere stato picchiato dal badante. A scatenare la sua rabbia violenta, accentuata dall’alcol, sarebbe stata la semplice richiesta di un caffè. Trasportato d’urgenza in ospedale, l’ex poliziotto è deceduto dopo due mesi di agonia. Kevinda fu arrestato per tentato omicidio, accusa poi trasformata in omicidio volontario. L’imputato ha sempre negato le accuse, sostenendo di non essere stato lui ad aggredire l’anziano. Ieri la decisione del gup di respingere la richiesta dell’imputato di essere processato con rito abbreviato.