Hamas ha espresso la sua posizione ufficiale sull’ultima proposta di cessate il fuoco a Gaza. L’organizzazione ha dichiarato che la sua leadership sta “esaminando, con grande senso di responsabilità nazionale, la proposta ricevuta dai mediatori e presenterà la sua risposta il prima possibile”. Hamas “ribadisce la sua ferma posizione secondo cui qualsiasi accordo futuro deve garantire un cessate il fuoco permanente, un ritiro completo delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, un autentico accordo di scambio di prigionieri, l’inizio di un serio processo di ricostruzione di quanto distrutto dall’occupazione di Israele, e la revoca dell’ingiusto assedio imposto al nostro popolo nella Striscia di Gaza”. Sami Abu Zuhri, portavoce di Hamas, ha dichiarato che Netanyahu non sta proponendo un accordo di cessate il fuoco, ma un “accordo di resa”, sottolineando che Hamas non discuterà la consegna delle armi, definendo la richiesta un “sogno erotico”. “Quando Netanyahu condiziona il cessate il fuoco al disarmo di Hamas, sa che Hamas lega il suo onore alle armi e che questa è una richiesta impossibile”, ha dichiarato l’alto funzionario di Hamas ad Al Jazeera Mubasher. “Sta imponendo queste richieste impossibili per far fallire qualsiasi sforzo per raggiungere un accordo di cessate il fuoco”. Abu Zuhri ha aggiunto che Hamas ha mostrato flessibilità nei colloqui e continuerà a impegnarsi nei negoziati per porre fine alla guerra, ma Netanyahu sta cercando di prolungare il conflitto e di commettere altri crimini a Gaza.”Dopo consultazioni è stato deciso che Muscat continuerà a ospitare il secondo round di colloqui”, con gli Usa “che si terrà sabato 20 aprile”. Lo dice Ismail Baghaei, portavoce del Ministero degli Esteri della Repubblica Islamica in un’intervista all’IRNA rilanciata dai media iraniani. Poche ore prima il ministro degli Esteri Antonio Tajani aveva reso noto che il secondo round di colloqui tra Teheran e Washington si sarebbe tenuto a Roma, ricordano i media di Teheran. Lo stesso Abbas Araqchi, viceministro degli Esteri della Repubblica islamica, secondo i media iraniani, aveva dichiarato in una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri dell’Arabia Saudita che “il prossimo round di negoziati, come il primo, si terrà in uno dei paesi europei, ospitato dal ministro degli Esteri dell’Oman”. Nei prossimi giorni Araqchi sarà a Mosca per discutere con la Russia dei recenti negoziati tenuti con gli Stati Uniti e in vista di un nuovo round di colloqui. “Voglio chiarire che si tratta di un viaggio che era già stato pianificato”, ha sottolineato il portavoce diplomatico iraniano Esmail Baghai durante una conferenza stampa. La visita, ha aggiunto, avrà luogo “alla fine della settimana” e consentirà di discutere “degli ultimi sviluppi nei negoziati”. Araqchi incontrerà la sua controparte russa, ha confermato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova: “Siamo in attesa dei nostri colleghi iraniani; sono previsti colloqui con Sergej Lavrov e incontri con funzionari russi”.
La via stretta per una nuova tregua, “intense trattative” in corso
