Nonostante l’entusiasmo per la Sagra del Carciofo e i numeri incoraggianti di partecipazione, ci sono state anche opinioni discordanti riguardo l’evento. Alcuni visitatori e residenti hanno espresso preoccupazioni riguardo all’organizzazione e all’impatto sull’ambiente e sulle infrastrutture locali. Critiche sono arrivate anche per la gestione del traffico e della sicurezza, con molte persone che hanno segnalato difficoltà nel muoversi durante i giorni di festa. Inoltre, il confronto tra le tradizioni locali e l’afflusso di turisti ha sollevato dibattiti su come mantenere l’autenticità della sagra, senza comprometterne lo spirito. Le discussioni sui costi e sugli effetti economici a lungo termine per la comunità locale sono state al centro del dibattito, con alcuni che sostenevano che l’evento dovesse essere ripensato per garantire un equilibrio tra valorizzazione delle tradizioni e sostenibilità. Resta il fatto che, nonostante le critiche, la Sagra ha dimostrato di essere un’importante vetrina per le eccellenze locali, contribuendo a mettere in luce il carciofo romanesco e il patrimonio agroalimentare della regione. Riflettori puntati sui prezzi della merce venduta. «Due lacci di liquirizia 10 euro», denuncia sui social la signora Elisa. E come lei tanti altri. «Ho comprato un palloncino di Minni alla mia nipotina per farla felice ma non mi sarei mai aspettato di pagarlo 10 euro», denuncia il signor Emanuele. Riflettori puntati anche sulla «presenza parcheggiatori abusivi a vicolo Pienza» e sulla «disorganizzazione totale sui parcheggi con le auto che «hanno parcheggiato anche sui marciapiedi». Pochi, anzi pochissimi, anche i «bagni pubblici» come denuncia Ladispoli sostenibile. In piazza dei Sapori «erano solo 3 come» e «conseguente puzza di urina nelle vie laterali».