La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Lazio rappresenta un importante chiarimento sulla responsabilità in materia di abusi edilizi, stabilendo che anche chi occupa un immobile in qualità di conduttore può essere chiamato a rispondere per violazioni urbanistiche. In questo caso specifico, il Tar ha rigettato il ricorso di una società contro gli ordini di demolizione emessi dal Comune di Anzio, che riguardavano un capannone industriale. Le ordinanze del Comune, datate marzo 2021, ordinavano alla società di demolire un ampliamento ritenuto abusivo e di ripristinare lo stato originale degli interni, oltre a pagare una sanzione amministrativa. La società, tuttavia, sosteneva che gli abusi fossero già presenti prima della sua locazione e attribuibili a precedenti gestori. Il Tar ha messo in evidenza come, secondo la giurisprudenza, la responsabilità per abusi edilizi non si limiti al proprietario dell’immobile, ma si estenda anche al conduttore, qualora questi abbia un rapporto diretto con l’immobile stesso. Questo principio è fondato sulla necessità di garantire il ripristino della legalità, indipendentemente dall’autore materiale delle opere abusive. In aggiunta, il Tribunale ha riscontrato come la società non sia riuscita a presentare prove sufficienti a dimostrare che le opere contestate fossero anteriori all’inizio della sua attività nei locali, rafforzando ulteriormente la decisione di mantenere gli ordini di demolizione e sanzione. Questa sentenza potrebbe avere ripercussioni anche su altri casi simili, sottolineando l’importanza del rispetto delle norme edilizie e la responsabilità degli occupanti di un immobile.