Il futuro della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord (TVN) a Civitavecchia torna al centro del dibattito politico e sociale, con importanti ripercussioni sulla transizione energetica della zona. Le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha ipotizzato uno slittamento della chiusura della centrale di almeno quattro anni, hanno suscitato forti reazioni e alimentato incertezze tra gli stakeholder locali e nazionali. Il ministro ha fatto sapere, tramite una nota ufficiale, di valutare la possibilità di posticipare la chiusura di TVN, inizialmente prevista per il 31 dicembre 2025. Questa posizione contrasta con gli impegni assunti dal governo Conte e confermati da Enel, che ha annunciato un piano di decommissioning stimato tra 24 e 30 mesi, volto a spegnere definitivamente la centrale entro il 2025. Il Movimento 5 Stelle (M5S) si è espresso con fermezza, manifestando “profonda contrarietà” e sottolineando che l’obiettivo di chiudere la centrale entro il 2025 è stato già stabilito e deve essere rispettato. Secondo i pentastellati, un rinvio rischierebbe di creare incertezza tra le imprese interessate alla manifestazione di interesse per il sito e di compromettere il percorso di transizione ecologica. Anche Alleanza Verdi Sinistra-Demos ha criticato duramente la possibilità di mantenere operative centrali a carbone, evidenziando come questa scelta rappresenti un passo indietro rispetto agli impegni europei e alle raccomandazioni della comunità scientifica. Il partito ha ribadito la necessità di rispettare i tempi di fase-out e di investire invece su innovazione e economia verde, per non compromettere il futuro energetico e ambientale del Paese. Il presidente della Commissione Attività Produttive del Comune di Civitavecchia, Augusto Delle Monache, ha richiamato l’importanza di affrontare la transizione con serietà, visione e responsabilità, sottolineando il ruolo delle istituzioni nel monitorare attentamente ogni fase del piano di dismissione. Ha anche evidenziato come questa fase rappresenti un’opportunità di crescita, piuttosto che una perdita, puntando sull’innovazione e sulla valorizzazione del territorio. La discussione aperta sulla gestione di TVN evidenzia le tensioni tra esigenze di tutela ambientale e sostenibilità economica. Se da un lato l’obiettivo di chiudere la centrale entro il 2025 appare condiviso da molte parti, dall’altro le dichiarazioni del ministro aprono a possibili modifiche temporali, che potrebbero influenzare l’intero processo di transizione energetica nel territorio. La sfida principale resta quella di coniugare sviluppo economico, tutela ambientale e sicurezza energetica, mantenendo fede agli impegni di decarbonizzazione e investendo in fonti rinnovabili. La comunità di Civitavecchia, le istituzioni locali e nazionali dovranno trovare un equilibrio tra questi obiettivi, garantendo un futuro sostenibile e innovativo per il territorio.