Era vestito di tutto punto, in modo elegante, indossava una giacca che aveva deciso di tenersi anche dopo la violenza. Questo l’errore che ha contribuito ad incastrarlo. I militari – anche grazie al suo abbigliamento – sono riusciti passo dopo passo a costruire il suo identikit. Decisivo è stato il racconto delle vittime: due turiste tedesche, mamma e figlia, di 47 e 25 anni. Ai carabinieri avevano raccontato di essere state avvicinate in un sottopasso, poco lontano dalla stazione Termini, da un uomo di 29 anni, di origini somale, con precedenti per resistenza a pubblico ufficiale. Momenti drammatici: le urla delle donne che chiedevano aiuto, l’uomo che scappa e poi l’arresto per violenza sessuale. I militari si erano messi sulle sue tracce, indagando nell’ambiente dei senza dimora che orbitano intorno alla stazione ferroviaria. L’uomo è stato incastrato innanzitutto dai fotogrammi raccolti dalle telecamere di videosorveglianza della zona, passati al setaccio dai militari e riconosciuto dalle stesse vittime. Il fermo è già stato convalidato e il 29enne si trova nel carcere di Regina Coeli.