Sette anni di procedimenti giudiziari e non si è ancora concluso il braccio di ferro tra il Comune di Nettuno e la società che ha installato i cosiddetti “gonfaloni” pubblicitari in città.
La controversia ruota attorno all’impatto ambientale dei gonfaloni. Si tratta di 600 cartelloni pubblicitari, nella forma di impianti banner bifacciali, nel centro della città di Nettuno da installare sui pali della pubblica illuminazione. L’installazione dei gonfaloni pubblicitari sarebbe dovuta avvenire attraverso un bando pubblico nel 2017, diventato poi oggetto di procedimenti giudiziari. Il bando fu espletato. La società vincitrice si vide però in seguito negare la possibilità di installare i gonfaloni sui pali della pubblica amministrazione, perché nel frattempo l’Ufficio tecnico del Comune di Nettuno aveva dato un parere negativo a tale installazione. La società vincitrice del bando fece ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) del Lazio che con la sentenza del 2 maggio 2018 accolse solo alcune delle rimostranze del privato, dichiarando la competenza delle altre contestazioni (come quella dei danni) al Tribunale ordinario. La controversia ha poi attraversato negli anni una fitta rete di ricorsi, istanze di esecuzione, nomine commissariali e provvedimenti amministrativi. La questione ha coinvolto anche il Ministero della Cultura e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Delle dieci sentenze emesse finora, otto hanno dato ragione alla società. Nel 2020 è stato perfino nominato un Commissario ad Acta. Una vicenda talmente complessa tanto da arrivare anche in Parlamento con ben due interrogazioni presentate a Camera e Senato.
Nettuno, otto anni di cause: e la storia dei “gonfaloni” pubblicitari sui pali della luce non è ancora finita
